Per fare appena 60 chilometri, quelli che separano Roma da Rieti, il ministro della difesa Lorenzo Guerini (leggi l’articolo) nel maggio scorso ha fatto ricorso a un volo di Stato per velocizzare il viaggio, avendo altri impegni nella capitale. Questa la principale spiegazione sull’uso dell’”elicottero blu”, il 14 maggio, da parte dell’esponente dem fornita dal ministero alla luce del caso sollevato ieri da La Notizia (a fianco la prima pagina di ieri).
L’ufficio stampa del dicastero precisa che il ministro è stato autorizzato dalla Presidenza del Consiglio ad avvalersi del trasporto di Stato a mezzo elicottero per recarsi a Rieti, dove ha preso parte a “un’importante esercitazione sulla gestione di scenari d’emergenza nelle infrastrutture critiche, presso la Scuola Interforze per la Difesa nucleare, biologica e chimica (Nbc)”.
Un’autorizzazione concessa per “assicurare celerità nei trasferimenti al fine di attendere più efficacemente allo svolgimento dei compiti istituzionali”. Grazie all’elicottero Guerini sarebbe così potuto rientrare a Roma in tempo utile per prendere parte all’apertura formale del tavolo interministeriale, convocato dal ministro della funzione pubblica, sul rinnovo del contratto del personale delle forze armate e delle forze di polizia, “a cui chiaramente era necessaria la sua presenza”.
Sottolineato infine che, “tra i presupposti per la concessione del trasporto di Stato, la direttiva fa esplicito riferimento anche “alle finalità di protezione e sicurezza” di soggetti destinatari di misure di tutela personale”, come Guerini.