West Nile Virus in Veneto, primo caso umano accertato a Padova: sintomi e come si cura la febbre del Nilo

Primo caso accertato di West Nile Virus in Italia: il paziente è stato individuato a Padova, in Veneto. Quali sono i sintomi della malattia?

West Nile Virus in Veneto, primo caso umano accertato a Padova: sintomi e come si cura la febbre del Nilo

Primo caso di West Nile Virus in Italia: il paziente con sintomi di febbre del Nilo è stato individuato a Padova, in Veneto. Quali sono i sintomi della malattia e come si cura?

West Nile virus in Veneto, primo caso umano accertato a Padova

La febbre del Nilo è tornata in Italia: la malattia si trasmette tramite la puntura di una zanzara. L’ultimo bollettino diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha confermato il primo caso di infezione nell’uomo a Padova, in Veneto .

In particolare, secondo quanto riferito dall’ISS, il caso “si è manifestato nella forma neuro-invasiva in Veneto, nella provincia di Padova”. “Al 6 luglio 2022, negli Stati membri dell’Unione Europea non sono stati segnalati casi umani di West Nile Virus, neanche dai Paesi limitrofi. La sorveglianza veterinaria attuata nel nostro Paese su cavalli, zanzare, uccelli stanziali e selvatici ha confermato la circolazione del West Nile Virus in Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Sardegna”, ha spiegato l’Istituto.

Nel corso del 2018, il virus del Nilo aveva circolato in modo significativo in Italia facendo registrare 365 casi confermatidei quali 169 casi di febbre, 148 con manifestazioni di tipo neuro-invasivo che hanno provocato 19 decessi e 48 di donatori di sangue asintomatici.

La febbre del Nilo viene provocata dal virus West Nile (Wnv) che fa parte della famiglia dei Flaviviridae. La malattia è molto diffusa in località come l’Africa, l’Asia occidentale, l’Australia, l’Europa e gli Stati Uniti d’America.

Sintomi e come si cura la febbre del Nilo

La patologia non si trasmette da persona a persona in quanto il contagio avviene attraverso la puntura di zanzare, soprattutto quelle afferenti alla specie Culex. Il virus viene trasmesso, talvolta, da uccelli selvatici, equini o anche cani, gatti o conigli. In Europa meridionale, la malattia è stabilmente presente negli uccelli mentre nei primi anni 2000 è stata individuata in alcuni cavalli in Toscana. Dal 2008, sono state registrate infezioni nell’uomo in varie parti d’Italia.

Per quanto riguarda i sintomi del West Nile Virus, la maggior parte dei soggetti contagianti non mostra sintomi ma in due casi su dieci possono verificarsi febbre, nausea, vomico, sfoghi cutanei, mal di testa e linfonodi ingrossati. I sintomi possono durare da pochi giorni ad alcune settimane e la loro intensità varia a seconda dell’età del paziente.

In un caso su mille, il virus può indurre meningite o un’encefalite letale.

Il patogeno ha un periodo di incubazione compreso tra i 2 e i 14 giorni dopo la puntura della zanzara infetta.

Per la febbre del Nilo, non esiste una cura: nella maggioranza dei casi, i sintomi spariscono dopo alcuni giorni anche se, nei casi più gravi, può essere necessario il ricovero in ospedale. Non è disponibile neppure un vaccino: pertanto, la strategia migliore da utilizzare consiste nella prevenzione tramite l’uso di repellenti e zanzariere e nella riduzione all’esposizione alle punture.