Accuse per sentito dire. Così i vertici Consip inchiodano papà Renzi. I riscontri dei pm sono fragilissimi

Ormai è chiaro. L’inchiesta Consip ha l’obiettivo primario di entrare nell’imminente congresso Pd dalla porta principale

Ormai è chiaro. L’inchiesta Consip ha l’obiettivo primario di entrare nell’imminente congresso Pd dalla porta principale. E per farlo sembra disposta a utilizzare anche i cosiddetti “relata refero”, cioè informazioni che i vari soggetti sentiti dai pm riportano in quanto ascoltate da altri. Insomma, non notizie trascurabili, per carità, ma nemmeno testimonianze a prova di bomba. Succede così che all’interno dell’inchiesta, che sta scuotendo il giglio magico, ieri sia uscito fuori un interrogatorio dell’Ad della Consip, Luigi Marroni, datato 20 dicembre. E già la tempistica dovrebbe far riflettere, visto che sono passati quasi due mesi e mezzo. Ad ogni buon conto, come rivelato dall’Espresso, Marroni di fronte i pm ha denciato pressioni da parte di Carlo Russo, l’imprenditore indagato per traffico di influenze insieme a Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier.

Il passaggio – In pratica Russo, a dire di Marroni, avrebbe fatto pressioni sull’Ad di Consip in vista dell’assegnazione di alcune succulente fette del maxi appalto da 2,7 miliardi di euro entrate nel mirino dell’imprenditore Alfredo Romeo. Lo stesso Romeo che, secondo le ipotesi investigative, avrebbe messo a libro paga sia Renzi senior sia Russo per far perorare le sue istanze proprio nei confronti della Centrale acquisti del Tesoro. Marroni ha detto ai pm che Russo avrebbe esercitato queste pressioni in nome e per conto di Tiziano Renzi e di Denis Verdini. Quest’ultimo, condannato ieri per il crac del Credito cooperativo fiorentino (anche qui la tempistica potrebbe indurre qualche riflessione), avrebbe cercato di esercitare la sua influenza per sostenere le ambizioni di Cofely, società concorrente di Romeo, controllata dai francesi di Engie (ex Suez-Gdf). In ogni caso però, da quello che emerge, Marroni ha riferito considerazioni che gli sono state comunicate da Russo. Bisogna quindi vedere se Russo ha detto la verità. Non che non ci sia materiale per approfondire, ci mancherebbe, ma parliamo di dichiarazioni al momento senza riscontro.

Il dettaglio – A meno che i riscontri non siano già intervenuti e siano in mano alla procura. Senza contare che sempre ieri la Repubblica ha enfatizzato un altro “relata refero”. In un’intervista al quotidiano un commercialista vicino al Pd, Alfredo Mazzei, conoscente di Romeo, ha rivelato che nei mesi scorsi a Roma si sarebbe tenuta una cena tra l’imprenditore campano, il papà di Renzi e lo stesso Russo, per affrontare questioni di affari evidentemente legate all’appalto Consip. Anche qui, però, Mazzei comunica di essere a conoscenza di questa cena perché questa gli sarebbe stata comunicata da Romeo. Stesso discorso di prima, quindi. Le affermazioni di Mazzei sono senza dubbio di grande interesse, ma si attende di capire se sono già state riscontrate o meno. Un fatto è certo: comunque vada a finire, l’inchiesta sembra destinata a influire sul congresso del Partito democratico e sul futuro politico di Renzi.