Stampa & Potere. Cronisti locali abbandonati in trincea. Auto in fiamme e violenze fisiche per mettere il bavaglio ai giornalisti. Nel Lazio quasi il 40% delle minacce registrate in tutta Italia

Auto in fiamme e violenze fisiche per mettere il bavaglio ai cronisti locali. Nel Lazio quasi il 40% delle minacce rispetto al totale in Italia

A qualcuno hanno incendiato addirittura la macchina. Altri hanno incassato qualche colpo proibito. I più fortunati, si fa per dire, hanno rimediato soltanto una querela per diffamazione. È questo l’universo dell’informazione in cui sono costretti ad operare i giornalisti nel Lazio. La regione detiene il triste primato del maggior numero di operatori dell’informazione minacciati. Quasi sempre si tratta di giornalisti precari e, quindi, poco tutelati. Basti pensare che dal 2011 al 2017 sono stati registrati 625 casi di minacce (24%) su 2.602 nell’intero territorio nazionale. Dato peggiorato costantemente nel corso degli anni visto che, nel 2016, Ossigeno per l’informazione (l’osservatorio promosso da Federazione nazionale della stampa e da Ordine dei giornalisti relativamente a cronisti minacciati e notizie oscurate, ndr) ha contato 103 casi sui 412 registrati a livello nazionale. E non è cominciato meglio l’anno in corso visto che su 117 casi di minacce ben 46 sono avvenuti solo nel Lazio, per una percentuale di casistiche che si aggira intorno al 40%. Per la maggior parte si tratta di denunce (24 casi), a seguire azioni di ostacolo all’informazione (11), avvertimenti (9) e aggressioni fisiche (2). Simbolo dei giornalisti a cui qualcuno vorrebbe mettere il bavaglio nella regione Lazio è diventata Federica Angeli de La Repubblica costretta a vivere sotto scorta dal 2013. Rimanendo al Gruppo Espresso vive sotto scorta dal 2007 anche Lirio Abbate, che anticipò sulle pagine d’inchiesta de L’Espresso alcuni particolari emersi successivamente con Mafia Capitale. Fra gli episodi più recenti emerge, per esempio, la richiesta di 5 milioni di euro di danni, da parte del sindaco di Anzio, alla giornalista Silvia Resta e alla senatrice Elena Fattori. La cronista aveva raccontato al tiggì il contenuto di atti giudiziari che lasciavano intendere la possibilità di affari illeciti condotti dalla malavita con alcuni esponenti dell’amministrazione locale.

Senza tutele, ma fanno paura – Ancor più raccapricciante vedere che nel mirino, negli ultimi anni, siano finiti anche giornalisti locali costretti a lottare in trincea, tra pochi soldi e assenza di tutele. Qui la lista degli episodi spiacevoli risulta lunghissima. C’è il fotoreporter Marco Cusumano aggredito mentre fotografava, all’uscita del carcere di Velletri, alcune persone che erano state arrestate con l’accusa di aver commesso illeciti edilizi a Latina. Sempre in terra pontina, come riportato da Ossigeno, Gabriele Mancini di Latina Oggi è stato picchiato mentre stava realizzando un servizio sugli sversamenti abusivi di rifiuti. Con tanto di distruzione di macchina fotografica. Mese di fuoco è stato anche settembre dello scorso anno. Con il furgone di Radio Studio 93 dato alle fiamme e le minacce con scritte murali per Caterina Berardi e l’emittente locale Radiogiornale. A fuoco sono andate anche le auto del giornalista del quotidiano online Il Faro Luigi Centore e quella di Walter Giustini che gestisce semplicemente un blog per segnalare i problemi del territorio. Tre ruote squarciate a Cosimo Bove di Reporter News. Ma basta veramente poco per finire sotto tiro, c’è chi ha riportato soltanto un’interrogazione parlamentare per essere messo nella lista nera dal potente di turno. O, come Giovanni Del Giaccio, insultato pubblicamente durante il consiglio comunale per aver riportato sul suo blog la notizia della morosità di 15 amministratori nei confronti del Comune. Sugli episodi presentati nel dossier di Ossigeno alcuni senatori del Movimento 5 Stelle hanno anche presentato un’interrogazione parlamentare indirizzata al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e al ministro dell’Interno, Marco Minniti, per chiedere quali siano le intenzioni del Governo per porre un freno alle intimidazioni. Una lunga lista di episodi vergognosi che danno il peso del cortocircuito tra stampa e potenti.