Canzio & co. Lo scandalo dei doppi incarichi delle toghe, tra seminari e multinazionali: nel 2016 sono stati 1.366. Ecco i recordmen

I tempi della giustizia in Italia sono infiniti. Colpa degli organici carenti, ma anche del doppio lavoro di molti giudici: l’anno scorso sono stati 1.366.

Seminari, convegni, lezioni, libri e relazioni. Tutto, ovviamente, retribuito profumatamente con compensi che arrotondano stipendi già di per sé a dir poco stellari. Questo è il motivo, d’altronde, per cui la grana degli incarichi extragiudiziari, puntualmente, fa la sua comparsa nelle stanze del Csm. È lecito che i magistrati vengano autorizzati a svolgere incarichi fuori dal proprio ruolo togato, anche per conto di privati? È una domanda che tanti si pongono, specie tra i membri laici del Consiglio superiore della magistratura. Ma, caso strano, non si arriva mai ad una risposta chiara. Con la conseguenza inevitabile che i magistrati di tutta Italia continuano a collezionare incarichi pagati profumatamente. E, d’altronde, il buon esempio viene direttamente da Giovanni Canzio, primo presidente della Corte di Cassazione. Nonostante, come si sa, Canzio porti a casa qualcosa come 240mila euro, il presidente sta tenendo 60 lezioni all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (dal primo ottobre 2016 al 18 maggio 2017), per un compenso di 4.300 euro. Ma Canzio non è l’unico della Consulta a lavorare anche fuori dai tribunali. Roberto Mucci, magistrato presso la Cassazione, a giugno ha tenuto nove ore di lezione, portando a casa altri 960 euro.

Atenei e multinazionali – Sono, questi, solo alcuni della miriade di esempi che si potrebbero fare. Secondo l’ultimo aggiornamento del Csm infatti (giugno 2016 – novembre 2016) sono stati autorizzati 504 incarichi extra, che, uniti a quelli del precedente semestre (novembre 2015 – maggio 2016), ci portano all’incredibile cifra di 1.366 incarichi. Una valanga, insomma. In cui, ovviamente, troviamo di tutto. Dalle lezioni universitarie come nel caso di Canzio, ai seminari presso gli archivi notarili, passando ovviamente per incarichi ministeriali, fino ad arrivare a Regioni, Province e Asl. Il punto, però, è che molto spesso gli incarichi che accettano i magistrati sono conferiti da privati. Ed è proprio qui che molti temono possano nascere potenziali conflitti d’interesse. Tra i vari committenti spuntano vari atenei privati (dalla Luiss alla “Kore” di Enna fino alla Bocconi); società attive nell’editoria giuridica, come la Altalex Consulting o la Giuffrè Editore; sindacati come la Anaao Assomed, che raccoglie i medici dirigenti. Infine multinazionali, come la Wolters Kluwer, che si occupa di formazione professionale. L’esempio è quello del giudice Paolo Scognamiglio: due incarichi ricevuti dalla Wolters per un totale di 35 ore e un compenso di quasi 10mila euro.

I recordmen – Ovviamente in questa sfilza di incarichi, non potevano mancare “recordmen”. Come, ad esempio, il presidente del Tribunale di Frosinone, Paolo Sordi. Nel triennio precedente ha collezionato ben 43 incarichi e nell’ultimo semestre ne ha aggiunti altri 8. Si va dai 3.200 euro per le 40 ore di lezione presso la Lumsa ai 3.600 euro per le 20 ore a La Sapienza. E poi, ancora, incarichi con la Paradigma e con altri istituti privati per un totale di oltre 10mila euro. Non male anche Salvatore Saija che, pur lavorando al vertice del mondo togato, in Cassazione, negli ultimi sei mesi ha arrotondato con altri 7mila euro, visti i suoi sette incarichi extra. Che dire ancora di Vincenzo Pacileo, procuratore aggiunto a Torino: 4 incarichi (che si aggiungono ai 15 collezionati nel triennio precedente) che l’hanno spedito in tutt’Italia, da Teramo ad Ascoli, senza dimenticare le due ore di lezione all’Istituto di Ricerca Agroalimentare, pagate ben 500 euro. Finita qui? Assolutamente no. Molto spesso, ancora, l’impegno richiesto è pluriennale. Guido Rispoli, per dire, pur lavorando alla Corte d’Appello di Campobasso, è stato “chiamato” al Comune di Bolzano fino al 2020. Non proprio dietro l’angolo.

Tw: @CarmineGazzanni