Forza Italia in caduta libera. E Mediaset trasloca in Olanda. Il Paese che il Cav ama mollato per creare la holding. Società agevolate con le regole di Amsterdam

Indietro gli italiani. Mentre Forza Italia sprofonda sempre più, Mediaset trasloca in Olanda. L’Italia sarà pure il Paese che Silvio Berlusconi ama, come il Cav ripete in ogni occasione, dalla discesa in campo in poi, ma quando si tratta di difendere gli interessi del Biscione il cuore batte sempre dalla parte dell’azienda. Ieri come oggi. Come con la decisione annunciata ieri dal figlio Pier Silvio, dopo la riunione del Consiglio di amministrazione.

NUOVI ASSETTI. Mediaset ha appunto deciso di trasferire la sua sede legale ad Amsterdam e di dar vita a una holding, la MediaforEurope (Mfe), inglobando Mediaset Espana. Una scelta giustificata con la volontà di rendere più semplici le alleanze internazionali, avviate con l’acquisto di quasi il 10% della tedesca Prosieben, quotando la società sia a Milano che a Madrid e mantenendo la sede fiscale in Italia. L’amministratore delegato ha subito assicurato e provato a rassicurare: “Abbiamo il desiderio di una nuova casa per un broadcaster paneuropeo”.

LE RASSICURAZIONI. Pier Silvio Berlusconi ha cercato di gettare acqua sul fuoco, sostenendo che non vi è nessuna delocalizzazione e tutte le attività dell’azienda resteranno in Italia e in Spagna, oltre appunto alla sede fiscale. Trasferimento in Olanda dunque soltanto perché le regole olandesi “fanno sì che una società che affronta un cambiamento possa avere una stabilità di azionariato”. Nonostante il ventennio berlusconiano e le tante promesse del Cav di lavorare da imprenditore a favore degli italiani, partendo dai colleghi imprenditori, lo stesso Berlusconi sembra così ammettere di non essere riuscito a dotare il Paese di regole giuste per chi fa impresa.

IL FUTURO. Secondo il Biscione, con il nuovo assetto cresceranno efficienza e risparmio per 100-110 milioni di euro entro il 2023 e vi sarà un net present value, dunque un valore attuale netto, di circa 800 milioni. Previsti poi un dividendo di 100 milioni e un buy back, ovvero un riacquisto di azioni proprie, fino a 280 milioni una volta perfezionata la fusione, a un prezzo massimo di 3,4 euro per azione. Pier Silvio ha provato anche a mostrare i muscoli: “Questa è un’operazione che comporta una buona dose di coraggio. Non ci provate nemmeno a strumentalizzare, Mediaset è italiana e si lancia verso una nuova avventura internazionale: tirare a bordo altri alleati è una cosa in cui credere”. Per quanto riguarda invece l’azionariato, in Mfe la Fininvest avrà il 35%, la Simon Fiduciaria il 15,3%,la Vivendi il 7,7% e sul mercato resterà il 41,4%. Una fusione che dovranno approvare il 4 settembre, in assemblea straordinaria, gli azionisti di Mediaset e di MediasetEspana.

LADY B. A mettere il sigillo alla super holding, che dovrebbe contrastare la concorrenza di colossi come Netflix, non poteva che essere Lady B. Marina Berlusconi ha infatti affermato che per il gruppo Fininvest quello di ieri è un giorno da ricordare con grande orgoglio. Primo passo per la nascita di un broadcaster paneuropeo.