Oltre 54mila contagiati da Coronavirus. Nelle ultime 24 ore raddoppiano i guariti ma ci sono anche 743 nuove vittime

Nessuno se la sente di fare previsioni. Neanche il premier Giuseppe Conte che oggi, in una lettera ad America Oggi, rivolta ai connazionali in Usa, ha ribadito che è ancora presto per capire quando usciremo dalla crisi epidemica. Perché l’emergenza sembra non essere ancora finita, stando almeno ai dati epidemiologici. I numeri, quelli che dovrebbero dirci quando tutto questo diventerà solo un brutto ricordo, per ora continuano a dare risposte discordanti, o, comunque, insufficienti a fare delle stime. Oggi, ad esempio, secondo l’ultimo bollettino diramato dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, il numero di guariti è tornato a salire: 894 in più rispetto ai 408 di lunedì, per un totale di 8.326 pazienti fuori pericolo. Ma ad aumentare ancora, oltre ai contagi (54.030 con 3.612 casi in più), sono anche le vittime: 743 in 24 ore, lunedì erano state 601, portando il totale, che l’Iss dovrà comunque confermare, a 6.820 morti.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 19.868 in Lombardia, 7.711 in Emilia-Romagna, 5.351 in Veneto, 5.124 in Piemonte, 2.497 nelle Marche, 2.519 in Toscana, 1.692 in Liguria, 1.545 nel Lazio, 992 in Campania, 848 in Friuli Venezia Giulia, 975 nella Provincia autonoma di Trento, 699 nella Provincia autonoma di Bolzano, 940 in Puglia, 799 in Sicilia, 622 in Abruzzo, 624 in Umbria, 379 in Valle d’Aosta, 395 in Sardegna, 304 in Calabria, 91 in Basilicata e 55 in Molise

I contagi, comunque, pur crescendo con progressioni a tre zeri, segnano, per il quinto giorno consecutivo, una sensibile diminuzione, con l’aumento più basso di positivi toccato ieri. I malati ancora gravi, cioè ricoverati nelle terapie intensive, sono 3.396 (192 in più) e di questi, 1.194 sono in Lombardia. Degli oltre 54mila contagiati dal Covid-19, 21.937 sono ricoverati con sintomi e 28.697 si trovano, invece, in isolamento domiciliare. Nessuna proroga delle restrizioni fino a fine luglio, a smentirlo è stato Conte, ma anche il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli. “La durata delle misure di contenimento – ha spiegato quest’ultimo -, in particolare quelle mirate alle attività lavorative non essenziali e a quelle sociali è fino al 3 di aprile e nei giorni precedenti verranno prese le decisioni del caso in funzione dell’evoluzione epidemiologica”.

E oggi si è aggiunto anche un caso di contagio inaspettato, quello dell’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, tornato in prima linea come consulente dei governatori di Lombardia e Marche. E’ stato lui stesso ad annunciarlo, via Facebook, assicurando, però, che continuerà a lavorare. Sul fronte sanitario, arrivano buone notizie da Crema dove, da domani mattina, sarà operativo l’ospedale da campo allestito dall’Esercito e gestito da 52 fra medici e infermieri arrivati da Cuba. Avrà 32 posti, tutti con ossigeno, 3 di terapia intensiva e una sala radiografica. “Questo è un momento fortemente simbolico – ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera – perché l’ospedale di Crema è uno di quelli che, sin dal primo momento, sta vivendo una situazione estremamente complicata. Speriamo che quello che abbiamo visto negli ultimi giorni e nelle ultime ore, ossia un allentamento leggero ma costante della pressione sui Pronto soccorso, diventi qualcosa di stabile. Ma questo posto in cui poter dare il giusto ricovero alle persone è assolutamente necessario e lo sarà per molto tempo”.

Per quanto riguarda il potenziamento delle strutture sanitarie, ha spiegato il sottosegretario Riccardo Fraccaro, “il Governo sta lavorando costantemente per fornire i rinforzi a chi è in prima linea a partire dai dispositivi di protezione individuale come le mascherine che inizieremo a produrre in Italia, mentre dall’estero ne arrivano a milioni ogni giorno”. Per quanto riguarda, invece, la disponibilità dei posti di terapia intensiva è aumentata del 64% e i letti sono quadruplicati.