Henry Gomez Simòn Andre: preso a botte, insultato e deriso a Torino perché omosessuale

La domenica di Pasqua Henry Gomez è stato insultato, deriso, picchiato e preso a botte per il suoorientamento sessuale da cinque persone

Henry Gomez Simòn Andre: preso a botte, insultato e deriso a Torino perché omosessuale

Henry Gomez Simòn Andre è un cittadino cileno che vive a Torino da due anni. La domenica di Pasqua, racconta oggi La Stampa, è stato insultato, deriso, picchiato e preso a botte per il suo abbigliamento e per il suo orientamento sessuale da cinque persone nel centro della città. Poco lontano dalla stazione di Porta Nuova.

Henry Gomez Simòn Andre: preso a botte, insultato e deriso perché omosessuale

L’articolo di Irene Famà per il quotidiano di Torino parte dal racconto di un ragazzo di 23 anni che ha un crop top colorato, ovvero una t-shirt un po’ corta. È bastata quella per scatenare l’aggressione: “Mi hanno urlato “maricón” (espressione dispregiativa con cui in spagnolo si indicano gli omosessuali, ndr) – racconta – Poi uno di questi mi si è avvicinato e mi ha tirato un
pugno. E ancora un altro. Io cercavo solo di non cadere, di restare in piedi, quando sono stato colpito con un calcio all’inguine».

Henry Gomez Simòn Andre ha pubblicato un video su Instagram per raccontare la sua storia. A soccorrerlo, il titolare di un minimarket lì accanto. «Si è messo in mezzo. Ha bloccato quello che mi stava riempiendo di botte e io sono riuscito a scappare. Avevo la bocca piena di sangue». Da dove arrivava tutta quella violenza? «Forse erano ubriachi. Ma c’è gente così, machista, in tutti i posti. Non è la prima volta che mi urlano da lontano frasi di scherno. È la prima volta, però, che qualcuno mi aggredisce fisicamente».

L’aggressione al ragazzo gay a Torino

Henry è a Torino per frequentare una scuola di circo. Lo hanno aggredito tutti uomini sui 35 anni. Uno dei presenti lo ha picchiato mentre gli altri lo deridevano. È stato soccorso e medicato in ospedale. Ha presentato denuncia in procura per l’accaduto anche se qualcuno gli ha detto di non farlo. “I miei amici mi hanno consigliato di non espormi, ma raccontare quello che mi è capitato penso sia un dovere morale. Aggressioni di questo tipo sembrano lontane, eppure succedono quotidianamente. Agli omosessuali, alle donne e così via. Non te ne rendi conto sino a che non capitano a te o a chi ti è vicino».

“Non voglio vendetta, non voglio il male di chi mi ha preso a botte. Credo che chi agisce così non sia stato educato ad accettarsi e ad accettare gli altri. Però questa storia voglio  raccontarla, per essere d’esempio”.