Nella Striscia di Gaza la tregua si allontana. Netanyahu rilancia l’offensiva: “Necessario salvare gli ostaggi ma l’obiettivo principale è distruggere Hamas”

Nella Striscia di Gaza tregua lontana. Netanyahu rilancia l’offensiva: "Necessario salvare gli ostaggi ma l'obiettivo è distruggere Hamas"

Nella Striscia di Gaza la tregua si allontana. Netanyahu rilancia l’offensiva: “Necessario salvare gli ostaggi ma l’obiettivo principale è distruggere Hamas”

Malgrado i reiterati appelli dei mediatori egiziani e qatarioti rivolti a Israele e Hamas affinché si torni al tavolo delle trattative, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sembra più determinato che mai a proseguire l’offensiva a oltranza nella Striscia di Gaza. Come dichiarato al Times of Israel, il leader israeliano ha affermato: “Il ritorno degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas è una priorità centrale per il governo, ma c’è un obiettivo superiore: la vittoria sui nostri nemici di Hamas, e lo raggiungeremo”.

“Abbiamo già riportato a casa 147 ostaggi vivi, 196 in totale. Ne restano fino a 24 in vita, 59 in totale, e vogliamo riportare indietro sia i vivi che i morti”, ha aggiunto Netanyahu, con parole che sembrano gelare definitivamente le speranze di pace.

Nella Striscia di Gaza la tregua si allontana. Netanyahu rilancia l’offensiva: “Necessario salvare gli ostaggi ma l’obiettivo principale è distruggere Hamas”

A confermare l’orientamento dell’esecutivo israeliano è stato anche il capo di Stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (IDF), Eyal Zamir. “Siamo pronti a sferrare un colpo decisivo contro il movimento islamista palestinese nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato. “Ci troviamo ancora di fronte a delle sfide. La principale – ha spiegato Zamir – è il ritorno dei nostri fratelli e sorelle rapiti alle loro case (il 7 ottobre 2023). Allo stesso tempo, abbiamo il compito di sconfiggere Hamas, riportare gli sfollati alle loro abitazioni e creare una realtà di sicurezza stabile, che possa durare per generazioni”.

Un obiettivo che, assicura Zamir, l’IDF raggiungerà “utilizzando tutta la potenza a disposizione e aumentando ulteriormente l’intensità delle operazioni militari”.

Parole che hanno allarmato il Qatar. Il rappresentante permanente del Paese presso le Nazioni Unite, Alya Ahmed bin Saif Al Thani, ha ribadito “l’urgente necessità di riprendere il dialogo per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza”, sottolineando come i civili dell’enclave palestinese versino in “catastrofiche condizioni umanitarie”. Al Thani ha inoltre condannato la ripresa degli attacchi israeliani, definiti “una palese sfida alla volontà internazionale di sostenere la pace”.

Il nuovo “incidente”

A pagare il prezzo maggiore di questo perdurante stallo nei negoziati è ancora una volta la popolazione palestinese. Con i bombardamenti dell’aviazione israeliana che continuano a martellare la Striscia, nelle ultime 24 ore sono stati uccisi almeno 31 civili e decine risultano feriti.

Ma a far discutere è soprattutto l’ennesimo “incidente” di questa guerra brutale: un drone ha colpito la Conscience, nave della Freedom Flotilla Coalition (FFC), diretta a Gaza per sfidare il blocco imposto da Israele all’ingresso degli aiuti umanitari, in vigore da oltre due mesi. L’attacco è avvenuto mentre l’imbarcazione, con a bordo 30 attivisti, si trovava in acque internazionali vicino a Malta.

A bordo è divampato un incendio, domato fortunatamente senza causare vittime. A denunciare l’attacco è stata la stessa ONG, che in una nota ha accusato Israele: “Gli ambasciatori israeliani devono essere convocati e rispondere delle violazioni del diritto internazionale, tra cui il blocco in corso e il bombardamento della nostra nave civile in acque internazionali”. Accuse gravi, cui Israele – almeno per ora – non ha replicato.

Proprio il blocco degli aiuti, aggravato da questo nuovo episodio, ha spinto il commissario generale dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, a denunciare nuovamente le azioni del governo Netanyahu: “Sono ormai due mesi di assedio al popolo di Gaza. È un assedio contro bambini, donne, anziani e uomini comuni”, ha dichiarato. “Persone punite collettivamente per essere nate e vivere a Gaza, qualcosa che non dipende da loro”.

Lazzarini ha chiesto la fine immediata del blocco e il rilascio di tutti gli ostaggi da parte di Hamas. “Ogni giorno in più di assedio ucciderà silenziosamente altri bambini e donne, oltre a quelli già uccisi dai bombardamenti. È ora di dimostrare che non abbiamo completamente perso la nostra umanità”, ha concluso.

Si infiamma la Siria

Intanto, Israele sembra voler estendere il conflitto anche alla Siria. Nelle ultime ore, l’aviazione israeliana ha bombardato il quartiere dove si trova il palazzo presidenziale a Damasco.

Per Netanyahu e per il ministro della Difesa, Israel Katz, si tratta di un “messaggio chiaro al regime siriano: non permetteremo alle truppe siriane di spostarsi a sud di Damasco o di rappresentare una minaccia per la comunità drusa”, già colpita nei giorni scorsi da un gruppo di miliziani siriani.

Il primo ministro ha poi ammonito il governo siriano: se non tutelerà la minoranza drusa, “si troverà presto a fare i conti con l’aviazione israeliana”.