L’Ue prova a ricucire con gli Usa: prime schiarite sui dazi

Ottimismo sul negoziato tra Ue e Usa sui dazi: i rappresentanti al Commercio parlano di trattativa che vanno nella giusta direzione.

L’Ue prova a ricucire con gli Usa: prime schiarite sui dazi

Si procede “nella giusta direzione” e “velocemente”. A sentire i rappresentanti di Ue e Usa per il Commercio, un accordo sui dazi sembra dietro l’angolo. Eppure la strada resta in salita, come dimostra l’entrata in vigore dell’aumento delle tariffe su acciaio e alluminio importati negli Stati Uniti al 50% proprio da ieri. Almeno nei toni, comunque, qualcosa è cambiato e ora l’ipotesi di un accordo entro luglio non sembra più così lontana. Il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, dopo l’incontro con uno dei capi negoziatori Usa sui dazi, Jamieson Greer, parla di “discussione produttiva e costruttiva” e assicura: “Stiamo avanzando nella giusta direzione, a passo spedito”.

Sefcovic parla di “risultato positivo” dopo l’incontro: “Vedo che oggi le discussioni sono molto concrete”, tanto che si parla di settori specifici e di una “possibile zona di atterraggio dell’accordo”. I lavori procedono, secondo il rappresentante di Bruxelles, “con il giusto ritmo”. Anche dal fronte Usa arrivano rassicurazioni: lo stesso Greer spiega che i negoziati “procedono velocemente” e che l’incontro di ieri “dimostra la volontà dell’Ue di collaborare per trovare una via d’uscita”. Certo è che la tensione rimane, soprattutto quando si parla dei dazi su alluminio e acciaio: proprio ieri sono saliti al 50% per volontà di Donald Trump, che ha firmato l’ordine esecutivo che risparmia però il Regno Unito: per Londra i dazi su acciaio e alluminio restano al 25%, con un’esenzione temporanea prevista dall’accordo raggiunto lo scorso mese. Ma la mossa di Trump non è piaciuta all’Ue, con il “forte” rammarico espresso anche da Sefcovic per questa decisione che “non aiuta le negoziazioni in corso”.

Dazi su alluminio e acciaio, gli effetti sull’Italia

Anche perché l’aumento dei dazi su alluminio e acciaio ha conseguenze rilevanti per l’Ue e per l’Italia. La segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo, spiega che questa mossa di Trump rappresenta “un colpo potenzialmente devastante per intere filiere industriali e per l’occupazione del nostro Paese”. L’Italia è “il secondo paese europeo esportatore di acciaio e alluminio verso gli Usa”, per un valore complessivo che nel 2023 “ha superato i 2,7 miliardi di dollari”. I nodi restano anche altri e alcuni si sta provando a risolverli, come nel caso di semiconduttori, intelligenza artificiale, gnl, minerali critici e il settore automotive: punti su cui, spiega Sefcovic, si può “fare molto insieme” a Washington. I negoziati riguardano anche “gli investimenti e le acquisizioni pubbliche, per capire come tutto questo influenzi il deficit commerciale Usa verso l’Ue”.