Vaccini anti-Covid, l’Aifa rivela: “Nel 2023 registrati 572 eventi gravi e 36 morti, ma non risultano legami diretti con i sieri somministrati”

Vaccini anti-Covid, l'Aifa rivela: "Nel 2023 registrati 572 eventi gravi e 36 morti, ma non risultano legami diretti con i sieri"

Vaccini anti-Covid, l’Aifa rivela: “Nel 2023 registrati 572 eventi gravi e 36 morti, ma non risultano legami diretti con i sieri somministrati”

“Nel 2023, le segnalazioni con almeno un evento grave associato a vaccini anti-COVID-19 sono state 572, pari al 46,7% delle segnalazioni totali su questi vaccini. Ma attenzione: questo non significa che il vaccino abbia causato l’evento. Significa solo che, in quei casi, l’evento segnalato aveva un impatto clinico rilevante (ospedalizzazione, rischio di vita, disabilità temporanea o permanente)”. Questo quanto scrive l’AIFA nel Rapporto Vaccini 2023 pubblicato oggi.

“In realtà, solo 182 segnalazioni su 1.224 riguardavano eventi avversi insorti nel 2023. Le altre (oltre 1.000) erano retroattive, cioè segnalazioni riferite ad anni precedenti. E proprio tra queste si concentrano gli eventi più gravi: una logica comprensibile, poiché le reazioni più leggere vengono spesso trascurate o dimenticate nel tempo, mentre quelle importanti tendono a spingere gli utenti a segnalare anche a distanza di mesi”.

Vaccini anti-Covid, l’Aifa rivela: “Nel 2023 registrati 572 eventi gravi e 36 morti, ma non risultano legami diretti con i sieri somministrati”

“Relativamente all’esito – si spiega – nel 49% degli eventi avversi c’è stata una risoluzione completa o un miglioramento. Per il 31,4% l’esito al momento della segnalazione era considerato non risolto, per il 7,8% risolto con postumi e per il 2,6% l’esito riportato è stato il decesso del paziente. Quelli successivi alla sola somministrazione dei vaccini anti-COVID-19 sono stati 36, mentre due erano casi di co-somministrazione dei vaccini anti-COVID-19 e antinfluenzale. Questo non significa, però, in nessun caso che si sia rilevato un nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e il decesso”.

“In 11 casi mancavano infatti informazioni essenziali per la valutazione, in altri le evidenze non hanno supportato alcuna associazione causale con il vaccino, in 7 casi si è trattato di pazienti con un quadro clinico complesso, con la coesistenza di importanti malattie, mentre per altri 7 casi il decesso è avvenuto molti mesi dopo la somministrazione del vaccino, fatto che non fa ipotizzare alcuna correlazione temporale con l’ultima somministrazione. Per un altro caso è stata la relazione del medico legale della famiglia ad escludere qualsiasi connessione tra la vaccinazione e il decesso, con ogni probabilità conseguente a una sospetta encefalite non prontamente diagnosticata. Un ultimo caso ha riguardato una paziente anziana, colpita da shock anafilattico dopo pochi minuti dalla somministrazione della quarta dose del vaccino”.

“Il tasso di segnalazione di eventi gravi da vaccini anti-COVID-19 è stato di 2,5 per 100.000 dosi. Per fare un confronto: il tasso di ospedalizzazione da COVID-19 nel 2023 è stato di 140 per 100.000 abitanti. Il rischio della malattia è rimasto ampiamente superiore a quello del vaccino”. “Rispetto alle segnalazioni riguardati tutti gli altri vaccini, per gli anti-COVID-19 si osserva una proporzione minore di quelle inviate dai medici (30,4%) e soprattutto dagli altri operatori sanitari (8,9%), mentre si registra una consistente percentuale di segnalazione da parte dei cittadini, pari al 45,4%”.