Il rischio è considerato alle spalle. I mercati credono alla tregua nel conflitto scatenato dagli attacchi israeliani in Iran e tornano a correre verso i massimi storici. L’annuncio della tregua da parte di Donald Trump, nonostante le accuse di violazioni, ha ridato linfa alle Borse tanto in Europa quanto negli Usa. Ma la notizia più rilevante, almeno per i consumatori, è quella riguardante il fronte energetico: gli analisti sembrano credere nella tregua e ritengono lontana la minaccia di una chiusura dello stretto di Hormuz. La conseguenza è che sono subito crollate le quotazioni sia del petrolio che del gas. Un calo che riporta i valori vicini a quelli registrati prima della guerra tra Israele e Iran.
Insomma, il mondo finanziario dà fiducia alla tregua, come dimostra il rally sull’azionario e il calo dei titoli petroliferi e degli asset rifugio, come oro e dollaro. Tutta l’Europa ha chiuso in positivo, con Milano che ha archiviato la seduta in rialzo dell’1,63%. In progresso anche Francoforte (+1,6%), Parigi (+1%), Madrid (+1,44%) e Amsterdam (+0,85%). A Wall Street c’è anche un altro protagonista a influenzare l’andamento dei mercati: il presidente della Fed, Jerome Powell. Che ha spiegato che i tassi d’interessi non vengono tagliati per un motivo molto semplice: “Le nostre previsioni sono per un significativo aumento dell’inflazione quest’anno”. Forse anche a causa della politica commerciale di Trump. Il quale non lesina critiche a Powell, scatenando anche speculazioni su un possibile cambio di guardia alla guida della Fed.
Il fronte energetico: crollano le quotazioni di petrolio e gas
Per i consumatori, comunque, il dato più significativo di oggi è un altro: il calo delle quotazioni di petrolio e gas. Partiamo da quest’ultimo: la tregua fa sprofondare le quotazioni sul Ttf di Amsterdam, con una flessione superiore al 12% e un dato attorno ai 35 euro al megawattora. Di pari passo va la discesa del petrolio, iniziata già nella giornata di lunedì dopo la controffensiva iraniana sulle basi Usa. Ad alimentare il calo sono state anche le dichiarazioni di Trump, secondo cui la Cina può continuare ad acquistare petrolio dall’Iran.
E così il Brent è sceso fino al 5% in giornata, così come il Wti. Il primo si è attestato intorno ai 68 dollari al barile, il secondo su quota 65 dollari. Nei prossimi giorni ci si attende, quindi, un importante calo dei prezzi della benzina. Saliti anche ieri. Come annuncia Assoutenti, intanto, il governo ha deciso di convocare per oggi la Commissione di allerta rapida sui prezzi proprio per valutare l’andamento dei carburanti. Il rischio speculazione, in questi casi, è sempre dietro l’angolo.