Gaza, 26 giu. (askanews) – Non solo cibo, acqua, benzina e medicine, fra le necessità primarie della Striscia di Gaza ci sono le sacche di sangue per feriti e malati. In queste immagini l’arrivo all’ospedale di Khan Yunis, nel Sud della Striscia di Gaza, di 1.500 unità di plasma e 1.400 di sangue, inviati dalla Cisgiordania occupata. Una quantità che copre il fabbisogno di due settimane della struttura, spiega il dottor Mohammed Saqr.”Speriamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le istituzioni internazionali continuino su questa strada e portino aiuti in modo continuativo, visto l’enorme numero di feriti che riceviamo ogni giorno”.Invece potrebbero essere le ultime sacche di sangue in arrivo per molto tempo, visto che Israele ha deciso nuovamente di bloccare gli aiuti secondo quanto riferito da funzionari israeliani a media Usa. l ministro israeliano per la Sicurezza nazionale ed esponente dell’estrema destra del Paese, Itamar Ben-Gvir, ha chiesto il blocco totale degli aiuti sostenendo che siano controllati da Hamas. Ma negli ospedali si continua a fare i conti con le necessità quotidiane: non ci sono solo i feriti e gli interventi di emergenza, ma anche i palestinesi malati che hanno bisogno di cure continuative.”Il 90% della popolazione della Striscia di Gaza soffre di anemia grave e acuta dovuta alla malnutrizione. Pertanto, chiediamo assistenza agli organismi internazionali per portare queste unità nella Striscia di Gaza”.
26/06/2025
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