Governo, nuovo scontro a distanza Salvini-Di Maio. Il leader del M5s: “Matteo non vuole votare per i guai finanziari della Lega”. La replica: “Insulti e sciocchezze”

Nuovo scontro a distanza tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. No a un Governo istituzionale, ha ribadito il leader della Lega arrivando alla festa del partito a Grumello del Monte (Bergamo), sottolineando di voler lottare fino all’ultimo per dare un Esecutivo al Paese. “Il Governo istituzionale è stare tutti insieme per non fare nulla – ha spiegato -. Proverò a cercare in Parlamento quella forza per fare le cose che ci chiedono gli italiani. Ci proverò fino all’ultimo, ma partendo dal Centrodestra che è la prima coalizione e ha vinto in Molise e Friuli”. A proposito ha però ribadito che l’ipotesi di un accordo col Pd è esclusa. “Siccome prima delle elezioni ho detto ‘mandiamo a casa la sinistra e il Pd’, mai andrò al Governo con la sinistra e il Pd – ha detto il leader del Carroccio -. Si ragiona con i 5 Stelle o altrimenti c’è il voto”. Alla domanda se chiederà un pre-incarico per fare un Governo, l’interessato ha risposto: “Perché no?”.

A proposito della situazione del Partito Democratico, Salvini ha spiegato che “è affascinante. È come un esperimento antropologico, è Risiko perché ogni giorno ci sono gli orlandiani, i martiniani, i renziani… Peccato che dopo le elezioni in Lombardia non ci sia più quella corrente bergamasca, che doveva essere un testa a testa tra Fontana e Gori. Vediamo se qualcuno dei 5 Stelle dopo queste settimane torna coi piedi per terra e viene a un tavolo a ragionare sulle cose da fare – ha aggiunto Salvini -; ma con la squadra che ha vinto, il Centrodestra. Coi veti e i bisticci non si va da nessuno parte, l’ho detto a Di Maio ma anche a Berlusconi”.

“La situazione non è facile perché per quasi due mesi abbiamo avuto qualcuno che diceva di voler dialogare con tutti ma che il premier lo faceva lui e comandava lui. E ha aperto due forni, ha girato 18 panetterie per piazzare il suo pane – ha proseguito il segretario della Lega riferendosi a Di Maio -. Questo qualcuno ha detto ‘o governo con la Lega o governo con il Pd’. Amico mio, non funziona così”. Inoltre, dal palco ha ripetuto di non voler guidare l’Esecutivo a tutti i costi: “Non dico o Salvini o nessuno, dico che io mi sento pronto per la squadra che abbiamo, il Centrodestra. E se mi accorgessi che c’è qualcuno migliore per dare risposte agli italiani, farei anche 18 passi indietro”.

Comunque, l’ultima parola spetta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Sono pronto a qualunque cosa ci dica”. A patto, però, che non si parli di Governi istituzionali o dei ‘responsabili’. “Non voglio cadere sugli Scilipoti”. Quanto a rimettere mano alla legge elettorale, “bisogna aggiungere una riga per far governare chi ha preso un voto in più”, con un premio di maggioranza, “non mi interessa se per la coalizione o per la lista”, ha chiarito sempre Salvini.

“Aspettiamo le decisioni di Mattarella in modo fiducioso confidando nella sua saggezza. Faremo tutti gli sforzi e speriamo che i M5S cambino ancora idea – gli ha fatto eco il neogovernatore del Friuli, Massimiliano Fedriga, a Circo Massimo su Radio Capital -. Siamo stati coerenti fin dall’inizio, superiamo la stagione dei veti contro i veti e facciamo vedere che la politica un po’ può cambiare non pensando solo ai propri interessi. Speriamo che si passi al forno della responsabilità”. L’ex capogruppo del Carroccio alla Camera dice di ipotizzare “di più un riavvio della trattativa con il M5S, perché con il Pd abbiamo politiche opposte e vedo difficile conciliare le nostre idee con le loro”.

Poche ore dopo però è arrivata la netta chiusura del M5s. Prima le parole del braccio destro di Di Maio, Alfonso Bonafede (“tempo scaduto, Lega e Pd pensano solo al loro orticello”), poi il tweet col quale il leader del Movimento – pubblicando lo screenshot di un vecchio post nel quale Salvini scriveva che “nessun leghista è disposto a puntare ancora su un’alleanza con Berlusconi” – ha chiuso al dialogo: “Non è possibile nessun governo del cambiamento con Berlusconi e il centrodestra. Salvini ha cambiato idea e si è piegato a lui solo per le poltrone. Si torni subito al voto!”.

Poi Di Maio ha rincarato la dose: “Noi non abbiamo alcun problema nel farlo perché ci sostengono i cittadini con le piccole donazioni. Altri invece si oppongono perché, tra prestiti e fideiussioni, magari hanno qualche problemino con i soldi. Ma l’Italia non può rimanere bloccata per i guai finanziari di un partito”. A stretto giro è arrivata la replica del leader del Carroccio: “Non rispondo a insulti e sciocchezze su soldi e poltrone, per noi lealtà e coerenza valgono più dei ministeri. Voglio dare un governo agli italiani, se i grillini preferiscono litigare lo faremo da soli. Bloccare anche la partenza dei lavori delle commissioni parlamentari – ha concluso – è da irresponsabili”.