Ancora una bufera giudiziaria sull’Abruzzo. Il governatore D’Alfonso indagato per corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Lui si difende: estraneo ai fatti

Ancora una bufera giudiziaria sull'Abruzzo. Il governatore D'Alfonso indagato per corruzione, turbativa d'asta e abuso d'ufficio. Lui si difende: estraneo

Una nuova inchiesta giudiziaria scuote l’Abruzzo. Il governatore Luciano D’Alfonso risulta indagato per corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Coinvolte almeno una quindicina di persone tra cui funzionari e imprenditori. Questa mattina il blitz dei carabinieri a Palazzo Silone, la sede della regione Abruzzo all’Aquila. Sono stati sequestrati documenti relativi alla gara per l’affidamento della ricostruzione di Palazzo Centi, sede della presidenza nel centro storico del capoluogo, resa inagibile dal terremoto del 6 aprile 2009.

Nel mirino è finita la gara d’appalto da 13 milioni di euro aggiudicata alla ditta Edil Costruzioni Generali Srl di Isernia al ribasso del 35%. Un appalto a cui hanno partecipato 29 grandi imprese edili. Nei giorni scorsi l’amministrazione aveva dato l’ok alla congruità degli atti di gara, compreso il ribasso stesso. Ma non sarebbe tutto perché gli accertamenti sarebbero mirati anche su appalti per case popolari ed edifici pubblici. Altri sequestri sono stati compiuti negli uffici regionali di Pescara visto che l’inchiesta riguarderebbe anche altri opere che si trovano nella provincia adriatica.

“Questa mattina sono stati comunicati atti di proroga di indagini penali che vanno avanti dal novembre 2015 con rinnovi semestrali”, si difende così D’Alfonso, “Gli argomenti per i quali sono state individuate ipotesi di reato – spiega – sono: il cantiere dei lavori di Palazzo Centi a L’Aquila; un intervento non ancora precisato riguardante la città di Penne; interventi, al momento solo quantificati e ipotizzati come priorità a seguito di legittime pressioni e denunce dei cittadini, di rigenerazione e manutenzione ordinaria e straordinaria delle case popolari in via Caduti per servizio e in via Salara Vecchia a Pescara. Mi dichiaro totalmente estraneo alle vicende e auspico una loro rapidissima definizione”.