Assalto al petrolio del Mar Ionio

di Stefano Sansonetti

Altro che calo del fabbisogno di petrolio. Intorno alla penisola, a quanto pare, la caccia a nuovi giacimenti da sfruttare non conosce sosta. Così come non accenna a diminuire la fila indiana di società estere, spesso misteriose, che si aggrappano allo Stato per avere un’autorizzazione. Nei giorni scorsi, per esempio, al ministero dell’ambiente guidato da Gian Luca Galletti sono arrivate contemporaneamente ben 5 istanze di valutazione di impatto ambientale relative ad altrettanti progetti di ricerca di idrocarburi in mare. Tutti fanno riferimento al Mar Ionio e arrivano a coinvolgere un’area complessiva di 3.728 chilometri quadrati. Un’enormità. Ma chi ha presentato le richieste?

GLI INTERESSI
E qui viene il bello, perché le istanze arrivano da una società americana, la Global Med Llc, con sede a Littleton, in Colorado. La società, sul finire dall’anno scorso, per le stesse 5 aree aveva chiesto permessi di ricerca al ministero dello Sviluppo, oggi guidato da Federica Guidi. Nel pacchetto sottoposto allo Sviluppo, in realtà, è compresa anche una sesta richiesta, relativa a un’area di 729,2 Kmq a Sud di Santa Maria di Leuca (Le). Cifra che estende l’area di interesse della società americana a 4.457 Kmq. I 5 progetti, oggi all’attenzione del ministero dell’ambiente, chiamano in causa Calabria e Puglia. Le estensioni sono le seguenti: 737,5 Kmq a 13,7 miglia dalla costa di Capo Rizzuto, 748,4 Kmq a 12,7 miglia dalla costa tra Crotone e Cirò Marina, 744,6 Kmq a 13,9 miglia dalla costa di Santa Maria di Leuca, un’altra area di 748,6 Kmq a 24,6 miglia dalla costa di Crotone e altri 749,1 Kmq a 25,9 miglia dalla costa di Santa Maria di Leuca. Ora, come si apprende dai documenti depositati, su queste aree è interesse della Global Med “l’individuazione di nuove riserve di giacimenti offshore, per una successiva fase di sfruttamento”. Non parliamo ancora di trivellazioni, ma di “indagini geofisiche” che si basano sulla tecnica dell’“air gun”. Si tratta di un meccanismo che produce onde sismiche, secondo le associazione ambientaliste esiziale per la fauna marina.

IL RETROSCENA
Ma chi c’è dietro la misteriosa Global Med, che non ha nemmeno un sito internet? In base alla scheda depositata presso il ministero dello Sviluppo viene fuori che è una specie di veicolo creato ad hoc dal Global Group, società americana fondata e guidata da Randall C. Thompson. Dalla scarna documentazione, appena 5 paginette (copertina inclusa), viene fuori che il gruppo cerca di fare affari andando a caccia di giacimenti di petrolio e gas da rivendere ai grossi gruppi. Nel 2002 ha conferito in una joint venture con il colosso anglo-australiano Bhp Billiton lo sfruttamento di un giacimento al largo del Sudafrica. Nel 2008 ne ha venduto uno al largo del Marocco ai norvegesi di Staoil e ai coreani di Knoc. Altri affari in Nuova Zelanda sono stati conclusi con l’americana Anadarko. In Italia Global Group è assistito dallo studio legale Ughi & Nunziante e si appoggia a un istituto di credito basato in Colorado che si chiama Vectra Bank.

Twitter: @SSansonetti