Barracuda. Le nuove star della tv: i nutrizionisti

Quando volevo sentirmi in forma mi recavo dal medico. Sceglievo un dietologo che, in base al peso, all’altezza e a una serie di accurati controlli, perfino esami del sangue, seguiva la mia alimentazione.

Oggi la ricetta ideale la trovo in televisione, la ascolto da un guru che promette miracoli, da testimonial di stili di vita apparentemente ideali.

Perché non esiste più il paziente, il singolo caso.

Esiste un gruppo omogeneo di potenziali pazienti, curati attraverso il bombardamento mediatico.

Le nostre nonne si rivolterebbero nella tomba per come la tv sta trattando il culto del cibo, mescolato a politica, attualità e perfino alla moda. Mia nonna sarebbe diffidente perché per lei la prima regola alimentare è rispettare il sapore, la convivialità. La nostra cultura.

Nella loro cucina c’erano i ricordi, l’amore, la dedizione, la cura.

Oggi ci sono ansia, strategia, bilancia, estrattori, robot.

Da quando i talk hanno scoperto che parlare di cucina, ma soprattutto di diete, ripaga in termini di ascolto, ci stanno proponendo dalla mattina alla sera discussioni su alimentazione, scontri fra carnivori e vegani e analisi di nutrizionisti che si smentiscono a colpi di opinioni.

Siamo vincolati alle tendenze non solo nella moda. Ma anche a tavola.

Avevo già espresso scetticismo su quelle diete miracolose che durano tre giorni e in cui si promette di far perdere peso. Non mettevo in dubbio che avvenisse, visto che dei bibitoni sostituiscono i pasti principali.

Ma  quello che non vi dicono è che se non si associa un regolare stile di vita, se prima la salute non viene ricercata dal nostro cervello, accettata, ma aggirata con strategie veloci, quei chili si recupereranno sempre e trasformeranno il tuo corpo in una fisarmonica.

Ricordate il periodo della dieta iperproteica che qualche anno fa sembrava essere la soluzione ai nostri problemi?

Mai provata, non amo la carne, pur non essendo vegetariana. Ma ricordo eserciti di amici che l’avevano accolta con entusiasmo salvo poi desistere dopo l’ennesimo allarme da parte medico di non dedicarsi senza controlli a quel tipo di alimentazione.

Poi hanno proposto la dieta dei colori.  O il monoingrediente.

E che fine avrebbe fatto la dieta mediterranea? Da quando hanno iniziato a processare i formaggi, l’hanno accantonata.

Ma perché non può bastare ascoltare in  tv la ricetta perfetta per dimagrire?

Sacha Sorrentino biologo nutrizionista del centro Imbio di Milano mi risponde: “ Il significato di dieta è educazione alimentare e non può essere uguale per tutti. Non siamo dei robot. Siamo l’interazione del nostro dna con ciò che ci circonda. Quando viene un paziente da noi il primo step è fargli una anamnesi dettagliata. Capiamo lo stile di vita: quante volte mangia, cosa. Se fa sport, fuma, beve. Se ha familiarità con una patologia (es. se in famiglia qualcuno ha il diabete) e nel caso si prescrivono ulteriori e approfondite analisi. Si fa una valutazione bioimpedenziometrica che consiste nella valutazione dello stato di idratazione, infiammazione, massa muscolare e massa grassa.”

Insomma niente guru che con tarocchi predicono la salute e  il menù, ma medici, specialisti, cure personalizzate che non hanno forse la forza persuasiva che fa leva sulla credulità popolare, ma sono certamente più sane ed efficaci.

Io che sono lucana, figlia di calabresi ed emiliani, dopo due libri di cucina e ricette frutto della tradizione della mia famiglia lo ammetto: sono una paziente molto complessa per i nutrizionisti.

Ho provato a fare colazione con il porridge. Ma tutta la mattina ho sognato il cornetto caldo con il cappuccino. Ho provato a sostituire il pane con le gallette. Ma ho sentito la voce di nonna Angelina sussurrarmi in calabrese che il pane è sacro. Ho provato a sostituire il formaggio con il tofu come mi ha proposto uno specialista che stimo. Ma ho avuto il miraggio dei ciucci di provola come un assetato nel deserto. Ho provato a fare la lasagna con il ragù di noci e non di carne alla bolognese come da generazioni le donne della mia famiglia  tramandavano. E ho percepito il dolore del tradimento prima nel palato. Poi nel cuore. Ho provato a far mangiare a cena la quinoa ai maschi di casa, ma mi hanno rinnegata rispondendo con due uova al tegamino.

Però sulla salute non scherzo e non ammetto sconti. Se dovessi sentire l’esigenza di una dieta, se non dovessi sentirmi in forma, spegnerei la televisione e andrei dal dottore.