Caso Equalize, chiuse le indagini sul traffico di informazioni illecite. I Pm: Pazzali “ideatore, promotore e organizzatore” dell’associazione a delinquere

Chiuse le indagini sugli spioni di via Pattari. Per i pm Pazzali sapeva degli accessi illegali e usava le informazioni per scopi personali

Caso Equalize, chiuse le indagini sul traffico di informazioni illecite. I Pm: Pazzali “ideatore, promotore e organizzatore” dell’associazione a delinquere

L’ex presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, sarebbe stato “ideatore, promotore e organizzatore” dell’associazione a delinquere che ruotava intorno alla sua società Equalize e avrebbe tratto “profitto” dal commercio di dati sensibili e “informazioni illecite” oppure le avrebbe utilizzate a “scopo estorsivo” e “ricattatorio” per “influenzare” la “politica” e “l’imprenditoria” contro i suoi “avversari”.

È quanto emerge dalla 204 pagine dell’avviso di conclusione indagini preliminari del pm Francesco De Tommasi e dei sostituti della Direzione nazionale antimafia, Antonello Ardituro e Barbara Sargenti, nei confronti del manager 61enne – per il quale il Tribunale del Riesame ha appena deciso di rigettare il ricorso della Procura contro il no all’arresto (ai domiciliari) già bocciato dal gip, a 4 mesi dall’interrogatorio – e altre 14 persone coinvolte nell’inchiesta sui dossier illegali.

Sono 202 le accuse contestate agli spioni di Equalize (per ora)

L’organizzazione, che risponde di 202 accuse di accesso abusivo, corruzione, detenzione illegale di mezzi per intercettare comunicazioni informatiche e telematiche, falsificazione di comunicazioni, rivelazione di segreto, estorsione e favoreggiamento, avrebbe accumulato “informazioni pregiudizievoli” su “centinaia di persone” attraverso agenti delle forze dell’ordine “infedeli” che hanno reso possibile l’esfiltrazione dalle banche dati Sdi (precedenti di polizia), Siva (segnalazione di operazioni sospette della Uif di Banca d’Italia), Serpico e Punto Fisco (Sogei, Agenzia dell’Entrate, guardia di finanza), Anagrafe nazionale della popolazione residente, Inps, Anagrafe dei conti correnti bancari, Etna (numeri di telefono).

Informazioni che sarebbero state “sapientemente ‘camuffate’ e ‘mimetizzate'” come “notizie giornalistiche” o provenienti da “fonti lecite” per “occultare l’origine illegale dei dati”, ma Pazzali, secondo gli inquirenti, sarebbe stato “pienamente consapevole” di come si muoveva il suo “braccio operativo” nella società, il defunto “super-poliziotto Carmine Gallo.

Per i pm Pazzali sapeva tutto

Per il momento dalle accuse sono stati tenuti fuori i “clienti” della società di business intelligence, indagati, che pure compaiono nei capi d’imputazione per aver commissionato “report e dossier”, come Leonardo Maria Del Vecchio. Il figlio del fondatore di Luxottica è infatti indagato in un filone parallelo: avrebbe fatto ‘spiare’ i fratelli e la ex fidanzata, mentre, si legge nelle imputazioni, l’attività della ‘rete’ avrebbe anche avuto lo scopo di “danneggiare l’immagine dei competitors professionali e imprenditoriali” di Pazzali, chiamato “zio bello”, “il Capo”, il “Presidente”, in quanto suoi “avversari politici” o delle “persone a lui legate”.

I legali di Del Vecchio fanno sapere che “in relazione alla chiusura dell’inchiesta legata ai dossieraggi operati dalla società Equalize, si precisa che il dott. Leonardo Maria Del Vecchio non è tra i destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari secondo ex art.415 cpp. Nessuna notifica è stata espletata nei suoi confronti né verso il suo difensore Avv. Maria Emanuela Mascalchi“.

Procacciava anche gli affari

L’ex presidente della Fondazione Fiera, che lavorava in ‘tandem’ con Gallo avrebbe ricoperto “un ruolo di vertice all’interno del sodalizio, quale ideatore, promotore e organizzatore dell’associazione. In particolare, anche in virtù della fitta rete di relazioni e di conoscenze di cui godeva anche in ragione del proprio incarico”. Inoltre, si sarebbe occupato “del procacciamento d’importanti clienti” per Equalize e sarebbe stato “pienamente consapevole che una delle principali fonti informative utilizzate” per il dossieraggio ritenuto illegale, “era lo Sdi”.

Lo spionaggio ai danni del cantante Alex Britti

Tra gli episodi contestati anche un presunto “accesso abusivo” allo Sdi per raccogliere illecitamente informazioni sul cantante Alex Britti. In questa imputazione risulta indagato anche Fulvio Pravadelli (ma non con chiusura indagini a suo carico), ex Publitalia e dg della Veneranda Fabbrica del Duomo. Sarebbe stato lui, per i pm, il “committente” del presunto spionaggio e avrebbe chiesto “di acquisire informazioni pregiudizievoli sul conto del noto cantautore”, che si stava separando da sua figlia.

Indagini ancora aperte per il caso Tortu-Jacobs

Ancora aperta, invece, come diverse altre, la tranche di inchiesta che vede indagato Giacomo Tortu, fratello del velocista Filippo (non indagato), per concorso in intercettazioni abusive per un presunto spionaggio ai danni di Marcell Jacobs, due ori olimpici a Tokyo 2020. Lo stesso Jacobs è stato sentito come teste-parte offesa dai pm. Ma sono decine le persone indagate che non fanno parte di questa chiusura indagini e centinaia gli obiettivi dei presunti dossieraggi che erano già venuti fuori da fine ottobre, con gli arresti e col deposito degli atti.

I legali di Pazzali: “Prendiamo atto”

“Prendiamo atto dell’avviso di conclusione indagini notificato dalla Procura. Prenderemo quanto prima contezza dell’incartamento processuale in modo da poter esperire ogni più opportuna iniziativa difensiva a tutela del dottor Pazzali”, si legge in una nota dell’avvocato Federico Cecconi che assiste Pazzali.

Pezzo aggiornato alle ore 11 del 31 luglio 2025