Chi ha fregato Lapo Elkann? Altri due arresti. Entrambi sono accusati di aver ricattato il rampollo di casa Agnelli per un totale di 120mila euro

Altri due arresti nell’inchiesta sulla tentata estorsione a Lapo Elkann. Una storia fatta di ricatti, soldi e cocaina. Ma anche da rampolli di famiglia, paparazzi e sbandati in cerca di denaro facile. Sono proprio questi i personaggi che entrano in scena nella vicenda, conclusa con gli arresti del fotografo ex braccio destro di Fabrizio Corona, Fabrizio “Bicio” Pensa, e Giovanni Bellavista, fratello del cameriere già sotto processo Enrico Bellavista, che, secondo i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, hanno chiesto soldi a Elkann per non diffondere un filmato che lo ritrarrebbe mentre sniffa cocaina. Per Pensa l’accusa è tentata estorsione di 90 mila euro, mentre per Giovanni Bellavista di estorsione di 30 mila euro e di tentata estorsione di 90 mila euro.

LA VICENDA
Tutto è cominciato nell’aprile del 2014. Elkann è a Milano. Ha appena concluso una serata in giro per locali. È ubriaco. Si ferma sotto casa di un’amica. Suona, ma la ragazza non risponde. Si avvicina Enrico Bellavista, che si offre di aiutarlo. Elkann accetta e i due salgono in macchina per andare a casa del cameriere. Nell’appartamento di Enrico Bellavista c’è anche il fratello Giovanni. A quel punto il cameriere “distese sul tavolo linee di sostanza di colore bianco, facendomi intendere fosse cocaina”, ha ricostruito Elkann. “Non mi ricordo assolutamente, anche in ragione del mio stato di confusione legato alla precedente assunzione di alcol, se provai tale sostanza”, ha aggiunto. La scena viene ripresa dal fratello Giovanni con uno smartphone. Verso la fine di giugno, poi, Enrico Bellavista, insieme al fratello Giovanni, avrebbe minacciato Elkann di diffondere le immagini su internet e alla stampa. E per questo, 19 luglio scorso, il nipote di Gianni Agnelli, tramite il suo “stretto collaboratore Nelson Shawn Carlo”, avrebbe consegnato ai fratelli 30mila euro, prendendo in cambio il telefono con le immagini. Da qui l’accusa di estorsione anche per Giovanni Bellavista.

IL PAPARAZZO
A questo punto entra in scena Fabrizio Pensa, detto Bicio, paparazzo ex collaboratore di Fabrizio Corona e già coinvolto nell’inchiesta Vallettopoli, ad avanzare, per conto dei due fratelli, al collaboratore di Elkann una “nuova richiesta di 350mila euro”. Se il pagamento fosse saltato, “le immagini sarebbero state cedute al giornalista Alfonso Signorini per la successiva pubblicazione o, in alternativa, avrebbe provveduto direttamente alla loro divulgazione in Rete”. Per questo anche Pensa e Giovanni Battista sono stati accusati di tentata estorsione. Elkann però si rifiuta di consegnare altri soldi e il 29 ottobre scorso sporge denuncia ai carabinieri. Viene organizzato un finto appuntamento. La data è fissata per il 2 dicembre, in una stanza di un albergo di Milano. L’emissario di Elkann consegna una busta con 90mila euro a Enrico Bellavista che all’uscita dell’hotel viene arrestato in flagranza per tentata estorsione.