Ci mancava il Coronabusiness. Burioni non perde tempo: l’emergenza è già un libro. Il virologo star in tv spiega come salvare l’umanità

Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Roberto Burioni è a dir poco incredibile. No, non è solo un eminente scienziato, non è solo un fine virologo, non è solo un accademico preparato. È, ahinoi, molto di più. Che abbia saputo da tempo sfruttare e intercettare i nuovi canali di comunicazione, non è una sorpresa. E in questi giorni non ha fatto che parlare (e far parlare) di sé con l’emergenza (o scusa?) del Coronavirus, in maniera scaltra e scafata. Ed ecco il colpo a sorpresa: la pubblicazione di un libro proprio sul tema. Ma per capire il personaggio, le sue piroette, facciamo un passo indietro.

Il 2 febbraio 2020, dagli studi di Che tempo che fa, il Renzi della scienza così pontificava: “In Italia il rischio è zero. Il virus non circola”. E ancora: “Questi allarmi continui non sono necessari: bisogna basarsi solo sui casi confermati ed è davvero odiosa questa discriminazione contro i cinesi e contro gli italiani di origine cinese. È una cosa barbara”. Stupisce che proprio lui, il nostro Burioni, pronto sui social a inchiodare chiunque mostri una punta di incoerenza, abbia nel giro di qualche settimana cambiato opinione, spingendosi finanche ad attaccare “la signora del Sacco” – e cioè Maria Rita Gismondo, virologa in prima linea essendo la responsabile del laboratorio dell’ospedale Sacco di Milano, in cui vengono analizzati da giorni i campioni di possibili casi di coronavirus – rea di aver detto: “A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così. Guardate i numeri”.

Che importa se la posizione, col passare dei giorni, sia stata fatta propria anche dal commissario ministeriale per l’emergenza coronavirus Walter Ricciardi e da Giovanni Rezza dell’Istituto Superiore di Sanità. Ieri, finalmente, la rivelazione. Sui suoi canali social Burioni ha annunciato un evento tanto inaspettato quanto – per alcuni – inquietante: la pubblicazione di un nuovo libro. E indovinate, di grazia, di cosa si occuperà? Basta leggere il titolo per capirlo: “Virus. La grande sfida”. Sottotitolo: “Dal coronavirus alla peste. Come la scienza può salvare l’umanità”.

Evviva. Prima ancora che si conoscano i contorni di questo virus, prima ancora che ci sia una cura o un vaccino, il nostro Burioni 2.0, dopo aver cambiato opinione, dopo varie piroette e aver attaccato chi abbassava i toni alzandoli il più possibile, rende nota la pubblicazione di un libro. Se ci si dovesse basare su un assioma logico – e dunque razionale e scientifico – verrebbe da dire che qui c’è un legame di causa-effetto abbastanza evidente. Ma la scienza sembra proprio non c’entri nulla. Business is business. Anzi, Coronabusiness.