Dal Covid al Vaiolo delle scimmie. Si rivedono i complottisti

Secondo i complottisti il vaiolo delle scimmie sarebbe stato creato in laboratorio dai russi. La prova? Un articolo di vent’anni fa.

Dal Covid al Vaiolo delle scimmie. Si rivedono i complottisti

Prima pochi contagi, poi l’epidemia che si espande e quindi la notizia che dietro al pericoloso virus c’è la mano della temutissima bioingegneria. No, non stiamo parlando del Covid-19 e di quella che la comunità scientifica continua a definire una balla, del resto manca ancora l’eventuale pistola fumante di un coinvolgimento diretto da parte della Cina, ma dell’ultimo arrivato ossia il vaiolo delle scimmie che sarebbe stato modificato in laboratorio dalla Russia.

Secondo i complottisti il vaiolo delle scimmie sarebbe stato creato in laboratorio dai russi

Può sembrare una tesi assurda – e probabilmente lo è – ma a suggerirla è un vecchio articolo pubblicato il 9 giugno 2002 sul sito della United Press International ossia un’agenzia d’informazione statunitense fondata nel 1907. L’articolo, firmato dal giornalista Steve Mitchell, presenta i contributi di diversi specialisti e inizia in modo davvero netto: “I russi hanno lavorato con il virus del vaiolo delle scimmie, un cugino stretto del vaiolo umano, nel corso del loro programma di armi biologiche ed è possibile che i terroristi possano usarlo in un attacco biologico contro gli Stati Uniti”.

Tra i contributi più importanti viene citato quello di Ken Alibek, l’allora vice capo del programma sovietico di armi biologiche che si era trasferito da tempo negli Usa, che ha confermato come le alte sfere concordarono di non voler lavorare con il terribile vaiolo alla fine degli anni ‘80 “e ci fu una discussione significativa sul possibile uso del vaiolo delle scimmie come arma biologica invece della versione umana”.

Lo stesso Alibek, si legge nell’articolo tutt’ora consultabile sul sito dell’agenzia stampa americana, sostanzialmente spiegava che il vaiolo delle scimmie non è contagioso come quello umano ma che tutto ciò poco importava ai sovietici visto che “non erano interessati alla contagiosità perché avevano in programma di produrre tonnellate e tonnellate di virus con cui infettare centinaia di migliaia di persone o anche di più”.

Nell’articolo si legge anche il parere di Jonathan Tucker, ex ispettore delle armi per la Commissione speciale delle Nazioni Unite e all’epoca dei fatti organico a uno specifico think tank del Monterey Institute di Washington, secondo cui la “vera paura è che il vaiolo delle scimmie possa essere ingegnerizzato come un’arma biologica” e che il timore, all’epoca dei fatti, è che potesse essere trapelato a qualche gruppo terroristico. Come stiano veramente le cose è difficile a dirsi. L’unica certezza è che il mondo del web è davvero strano visto che qui si può scrivere tutto e il contrario di tutto, con articoli, post e messaggi social, che rimangono cristallizzati nel tempo in attesa di essere rispolverati e rilanciati.

Ciò permette a di creare la propria narrazione dei fatti su misura, utilizzando materiale vecchio di anni – magari decontestualizzandolo – per creare teorie del complotto che sembrano verosimili. Lo abbiamo visto con il Covid-19 e lo stiamo iniziando a vedere per il vaiolo delle scimmie dove questo articolo – come anche altri -, alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina e all’aumento dei casi di questa malattia che è endemica in Africa, viene usato dai complottisti perché si adatta alla perfezione alla situazione odierna.

E proprio secondo un copione già visto, in queste ore sono spuntate le teorie più assurde tra cui quella secondo cui dietro al vaiolo delle scimmie ci sarebbe l’onnipresente Bill Gates, reo di aver detto – come molti esperti – che in futuro saranno sempre più probabili le pandemie da patogeni di varia natura, indicando proprio questo patogeno come uno dei più probabili. Non solo. Per i sostenitori di questa teoria la pistola fumante starebbe nel fatto che Gates ha creato un vaccino bivalente contro il vaiolo umano e quello delle scimmie, approvato nel 2019, e quindi avrebbe collaborato alla sua diffusione in questi ultimi tempi.

Peccato che la strampalata teoria risulta del tutto impossibile in quanto il primo caso di vaiolo delle scimmie che ha infettato un essere umano risale al lontano 1958, ossia quando il magnate americano aveva appena tre anni e sicuramente non sarebbe stato in grado di ingegnerizzare alcunché.