Ddl di FdI contro gli ecoattivisti, fino a tre anni di carcere per chi imbratta il patrimonio pubblico

FdI al lavoro sul nuovo ddl contro gli ecoattivisti. Fino a tre anni di carcere per chi imbratta o deturpa edifici pubblici o beni culturali.

Ddl di FdI contro gli ecoattivisti, fino a tre anni di carcere per chi imbratta il patrimonio pubblico

In barba alle reali esigenze del Paese, dopo il fango gettato sui partigiani uccisi in via Rasella dal presidente del Senato Ignazio La Russa e dopo la proposta di legge sulla difesa della lingua italiana sbandierata da Fabio Rampelli, FdI annuncia la sua nuova mossa: un ddl contro gli ecoattivisti.

L’obiettivo di Fratelli d’Italia è punire con la reclusione fino a tre anni di carcere gli attivisti e, in particolar modo i membri di Ultima Generazione, per colpire al cuore le organizzazioni che protestano contro l’indifferenza del Governo rispetto al cambiamento climatico compiendo atti vandalici in tutta Italia.

FdI al lavoro sul nuovo ddl contro gli ecoattivisti. Fino a tre anni di carcere per chi imbratta o deturpa edifici pubblici o beni culturali

Nel mirino del disegno di legge a prima firma del senatore Marco Lisei ci sono i giovani ambientalisti dei collettivi che, nel corso degli ultimi mesi, hanno messo in atto numerose ed estreme azioni volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e l’esecutivo italiano sulla crisi climatica.

Il testo, ancora in fase di perfezionamento, si ricollega al decreto legge n. 14 di febbraio 2017 e all’articolo 635 del codice penale, con l’intenzione di rafforzare le misure in materia di tutela del decoro e le sanzioni previste dal codice penale per chi danneggia beni culturali o ambientali. Proprio per questo, la misura prevedere fino a tre anni di carcere per chi “deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela dei beni culturali”.

Per quanto riguarda il disegno di legge di FdI, per chi ha riportato una o più denunce o è stato condannato anche con sentenza non definitiva per i reati di vandalismo o danneggiamento volontario di bani culturali è previsto il divieto di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 10 metri agli edifici sottoposti a tutela per un minimo di sei mesi a un massimo di un anno. I trasgressori possono essere puniti con una multa di importo compreso tra i 500 e i 1.000 euro. Reclusione da sei mesi a tre anni, invece, per chi deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela come beni culturali. Il testo stilato dal partito di Giorgia Meloni, quindi, inasprisce le già severe proposte della Lega.

La relazione illustrativa del senatore Lisei

Per quanto riguarda il provvedimento, nella relazione illustrativa che lo accompagna, il senatore e primo firmatario Lisei ha evidenziamo come “il diritto di scegliere di compiere azioni di disobbedienza civile non debba essere assolutamente confuso con il non-diritto a compiere azioni vandaliche per porre all’attenzione delle persone questo o quel problema o esigenza”. Il relatore, inoltre, ha sottolineato che simili circostanze rappresentano “un non-principio che può non essere in alcun modo legittimato”.

Lisei, poi, si è ricollegato a diverse manifestazioni organizzate dagli attivisti nel corso dell’ultimo anno che dimostrerebbero che “l’obiettivo dissuasivo non sempre ottiene il risultato sperato”.

“Basti pensare, ad esempio, a chi ha condotto il veicolo che guidava, un suv Maserati a noleggio, sulla scalinata di Trinità dei Monti, a chi ha percorso a bordo di uno scooter, sempre a noleggio, una parte del parco archeologico degli scavi di Pompei, a chi ha fatto scii nautico a Venezia nel Canal Grande, ai graffiti sulle mura del Colosseo, alla vernice su una facciata di Palazzo Madama e su altri immobili delle istituzioni pubbliche”, ha scritto il senatore. “Azioni che hanno una loro gravità e non possono essere etichettati come ‘bravate’: sono gravi in ambito sociale perché coloro che le hanno commesse o non le hanno considerate affatto un’anomalia comportamentale o le ha commesse sapendo che sono un’anomalia ma non se ne sono assolutamente curati”.

Ultima Generazione risponde al ddl di FdI contro gli ecoattivisti

Il disegno di legge promosso da FdI è stato prontamente commentato dai membri di Ultima Generazione. “Siamo molto sorpresi nel vedere una maggioranza che, invece di occuparsi della crisi climatica, è sempre più attiva nel promuovere leggi ad hoc per punire azioni non violente messe in campo da persone preoccupate per il futuro di tutti”, ha detto Simone Ficicchia, portavoce del collettivo per il quel la Procura di Pavia aveva chiesto la sorveglianza speciale.

“Segnalo che esiste già il reato di danneggiamento, che ci è stato anche contestato come ipotesi di reato per le nostre azioni: ma probabilmente questo reato non può essere perseguito in tribunale proprio perché il danneggiamento non c’è mai stato. Per questo si punta a punire l’’imbrattamento, ma questo rischia di portare a una interpretazione arbitraria della legge. È una cosa molto pericolosa”, ha aggiunto, per poi annunciare nuove azioni del collettivo. “Ci saranno azioni direzionate su Roma, a partire dalla metà di aprile. Parliamo di blocchi stradali o azioni più eclatanti e performative, come quelle che abbiamo visto su monumenti e musei negli ultimi tempi. Ma potrebbe esserci anche altro. Il disegno di legge non ci ferma e non ci spaventa. Siamo pronti a qualsiasi rischio legale e anche ad andare in carcere”.