Decreto riaperture: perché quello di Draghi non è stato un rischio calcolato o ragionato

La zona gialla in tutta Italia dal 26 aprile con il decreto Riaperture non è stato un rischio "ragionato", come ha detto Draghi

Decreto riaperture: perché quello di Draghi non è stato un rischio calcolato o ragionato

Il fisico Giorgio Sestili sul Fatto Quotidiano oggi spiega perché la zona gialla in tutta Italia dal 26 aprile con il decreto Riaperture non è stato un rischio “ragionato” o “calcolato”, come ha detto il presidente del Consiglio Draghi. E se davvero c’è stato un calcolo, come ha detto anche Massimo Galli, i conti non tornano.

Decreto riaperture: perché quello di Draghi non è stato un rischio calcolato o ragionato

Secondo Sestili, che in questi mesi di emergenza coronavirus ha elaborato dati e statistiche sull’epidemia, quello del rischio calcolato è una definizione azzardata. E questo perché finora qualunque modello predittivo ha quasi sempre fallito e già tre volte ci siamo fatti sorprendere dalle ondate di coronavirus. “Meglio quindi parlare di rischio, e basta. Un rischio che il governo ha deciso di assumere sulla base di decisioni giustamente non soltanto scientifiche ma anche politiche, sociali ed economiche.

Che la situazione epidemiologica sia in miglioramento è vero, spiega Sestili: i casi positivi diminuiscono da sei settimane ma la discesa è lenta. I 10-15mila contagi al giorno rappresentano numeri troppo alti dopo un mese di restrizioni, mentre le terapie intensive sono in sofferenza in 11 regioni. In più, non c’è ancora una regione al di sotto della soglia di incidenza che permetterebbe di ricominciare a tracciare i contagi (50 casi ogni 100 mila abitanti).

La campagna di vaccinazione va a rilento

Sestili aggiunge che la campagna di vaccinazione ancora non è in grado di dare effetti sulla riduzione dei contagi: 10% di popolazione interamente vaccinata, 23% con una dose. Numeri ancora troppo bassi per arginare la trasmissione del virus.

Proprio sulla protezione delle persone più vulnerabili si basa la valutazione del rischio del governo. Per effetto delle vaccinazioni sugli over 70, la letalità dovrebbe ridursi di circa il 62% a livello nazionale. E oltre al numero dei decessi, diminuirà finalmente la pressione sugli ospedali. Ecco, è proprio questo il punto: il numero dei contagi. Difficile pensare che, a partire da lunedì possano continuare a scendere. D’altronde, se di fronte al dilagare della variante inglese abbiamo dovuto abolire le zone gialle un motivo c’è.

Per il fisico lo scenario più probabile dopo il Decreto Riaperture è quindi quello di una risalita del numero dei casi positivi che colpirà soprattutto i giovani, ma anche la fascia 35-60 anni, ancora troppo lontana da una vaccinazione di massa. Anche proteggendo i più anziani, il virus non può comunque essere lasciato libero di circolare: “Le riaperture di lunedì forse sono inevitabili, ma il rischio è certamente ancora molto alto”.

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