Draghi regista del Recovery. Rispuntano le task force che costarono caro a Conte. Ma stavolta Renzi non dice nulla?

Drraghi nel "nuovo" Recovery Plan ricalca lo stesso schema di governance studiato da Giuseppe Conte che provocò l’ira funesta dei renziani

Draghi regista del Recovery. Rispuntano le task force  che costarono caro a Conte. Ma stavolta Renzi non dice nulla?

Ritornano le task force e la supervisione politica del Recovery plan è salda nelle mani di Palazzo Chigi. Ovvero si ricalca lo stesso schema di governance studiato da Giuseppe Conte che provocò l’ira funesta dei renziani al punto da procurare la caduta del governo precedente. Il premier Mario Draghi incontra Regioni, Comuni e Province, alla presenza di numerosi  ministri. Il modello organizzativo, spiega l’ex banchiere, prevede due livelli, strettamente legati.

Draghi regista del Recovery. Rispuntano le task force che costarono caro a Conte

C’è una struttura di coordinamento centrale che supervisiona l’attuazione del Piano. Le amministrazioni sono invece responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme. Il governo intende, poi, costituire task force locali che aiutino le amministrazioni a mettere a terra i progetti. La supervisione politica del Piano è affidata a un comitato istituito presso la presidenza del Consiglio a cui partecipano i ministri competenti. La struttura centrale di coordinamento centrale è anche responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione
Ue.

Accanto a questa struttura di coordinamento, agiscono una struttura di valutazione e una struttura di controllo. Le amministrazioni inviano i loro rendiconti alla struttura centrale. “Le sfide che abbiamo davanti si vincono solo insieme. Voi siete le nostre antenne sul territorio, quelli più vicini ai cittadini”, dice il premier a sindaci e governatori. Che parla di occasione “unica”, “storica” per “cambiare tutto” e tornare “credibili” sulla capacità di realizzare gli investimenti e non sprecare le risorse. Il tempo stringe, le comunicazioni del premier sono state calendarizzate il 26 e il 27 aprile alla Camera, a ridosso della scadenza del 30, data in cui il Piano dovrà essere inviato a Bruxelles. Ma Draghi assicura: faremo in tempo. Il governo ha ereditato lo schema elaborato dall’esecutivo Conte e su questo sta lavorando.

“Molti si chiedono se questo Piano sia in continuità o meno con il precedente: è certamente in continuità in alcune aree dove la discontinuità non aveva nessun motivo di esserci, ed è in forte discontinuità in altre aree”, dice il premier. Il Recovery plan ha tre priorità trasversali – giovani, parità di genere e Sud – e sei missioni: digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture, istruzione e ricerca, inclusione e coesione e salute. “Per quanto riguarda la digitalizzazione, puntiamo a una diffusione capillare della fibra ottica su tutto il territorio e in particolare nel Mezzogiorno”.

Ma stavolta Renzi non dice nulla?

E poi transizione ecologica. Che significa anche contrastare gli effetti del cambiamento climatico e accelerare la ricostruzione nelle aree che hanno subito gravi eventi sismici. Infrastrutture che significano ferrovie, alta velocità. Nel menu rientra il potenziamento dell’offerta di asili nido e scuole materne. E per i giovani il rilancio degli istituti di formazione professionale e l’ampliamento dell’accesso a sussidi, alloggi e sgravi fiscali per i ragazzi meritevoli in condizioni economiche e sociali difficili.

Altra priorità la scuola con la modernizzazione e la messa in sicurezza degli istituti. E focus sulla lotta alla povertà. . “Nel piano è presente anche un importante intervento di rigenerazione dell’edilizia residenziale pubblica e sociale. Queste misure, insieme al rafforzamento del ruolo dei servizi sociali nazionali e al recupero delle infrastrutture sportive, sono mirate a intervenire sui fenomeni di emarginazione e degrado sociale e a ridurre i divari nel Paese”. E ancora: interventi per la coesione e l’inclusione per aiutare in particolare donne e giovani a trovare posti di lavoro dignitosi e ben retribuiti.

E dunque rafforzamento dei servizi per l’impiego. “Fuori discussione – annuncia Draghi – che il Pnrr chieda assunzioni di nuove competenze e formazione e aggiornamento di competenze attuali”. Soddisfatti i governatori. “Credo davvero che – ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini – siano state poste le basi di un’alleanza istituzionale del ‘sistema Paese’ per l’attuazione sinergica del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Il ministro Mariastella Gelmini ha annunciato che nelle prossime settimane ci saranno nuovi incontri tematici  della conferenza unificata sul Recovery Plan. Il primo sarà il 14 aprile con i ministri della Transizione ecologica, dell’Innovazione e del Lavoro.

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