Nomine Rai, Bignardi colpo gobbo. Alla guida di Raitre l’ex conduttrice bocciata da La7. Fabiano e Dallatana direttori delle prime due reti

di Marco Castoro

Campo Dall’Orto ha fatto le sue scelte. Anche le reti generaliste della Rai sono entrate nella nuova era. Largo alle donne e ai giovani nel segno della meritocrazia, dice il dg. Ma soprattutto spazio agli amici, qualcun altro aggiunge. Sì perché la nomina di Daria Bignardi rischia di diventare la goccia che può far traboccare il vaso. Soprattutto se non dovesse portare i risultati sperati. La conduttrice è reduce da un anno sabbatico che ha seguito la sua più brutta stagione televisiva con Le invasioni barbariche. Al punto che a La7 Urbano Cairo non le ha rinnovato il contratto. Qualche anno prima andò male anche alla Rai, subendo la stessa sorte dall’allora dg Mauro Masi. Ora la Bignardi può riscattarsi rilanciando Raitre, ma non si può stupire più di tanto se sul suo operato si accenderà l’occhio di bue. La sua amicizia con Campo Dall’Orto e soprattutto quella con Renzi faranno sì che finisca sempre al centro del mirino. Certo, viene da pensare che se il dg l’abbia scelta conosce il suo valore e soprattutto è convinto di vincere la partita. E quindi di evitare la gogna mediatica. Come alternativa in corsa per Raitre c’è stato a lungo Andrea Salerno, il quale aveva dato all’azienda la disponibilità e sembrava avere tutte le carte in regola per la nomina. Ma Viale Mazzini ha preferito la Bignardi. E su Ballarò con Giannini ne vedremo subito delle belle.

LE SCELTE
“Nomine basate su competenza esperienza e merito, autonomia dai partiti, guidate dalla volontà di rinnovamento proprio attraverso la competenza e nel segno della valorizzazione delle risorse interne”. Così Campo Dall’Orto ha commentato le nomine che oggi vengono ratificate nel cda di Viale Mazzini. Andrea Fabiano è il direttore più giovane della storia di Raiuno. Dopo essere stato il vice di Teodoli è diventato con Gubitosi il vice di Leone. Dal marketing il rampante quarantenne è passato ai palinsesti. La sua nomina è comunque un premio per la linea e il lavoro di Giancarlo Leone che ora prenderà il posto di Marano al coordinamento dell’offerta, mentre Marano tornerà a Milano con l’incarico di presidente di Rai Pubblicità. Prima di Fabiano sono stati contattati Paolo Ruffini ed Eleonora Andreatta, ma quest’ultima non ha voluto mollare RaiFiction. Il pezzo pregiato uscito dal cilindro di Campo dall’Orto sembra essere Ilaria Dallatana. Ha fondato la società di produzione Magnolia, è stato il braccio destro di Giorgio Gori, conosce benissimo i format internazionali e diventa preziosissima per la Rai per affrontare da protagonista i mercati esteri. Il suo predecessore a Raidue, Angelo Teodoli, ha sperato fino all’ultimo di tornare da capo a Raiuno, ma si è dovuto accontentare di Rai4, una rete che non ha spiccato il volo nemmeno dopo che è entrata col tasto 104 nel bouquet di Sky. L’ultima nomina riguarda RaiSport. Al posto di Carlo Paris arriva Gabriele Romagnoli, il giornalista scrittore che dovrà vedersela con la redazione più bizzarra dell’intera Rai, ove ogni decisione scatena la bagarre. Ma Verdelli, scegliendo Romagnoli, oltre ad accontentare il deputato Anzaldi (almeno dovrebbe esternare meno) ha dato il via alla rivoluzione della testata sportiva. Anche la direzione alla Gazzetta dello Sport di Verdelli fu presa come un fulmine a ciel sereno ma alla fine cambiò completamente la rosea. In
questa tornata fuori dal giro delle nomine è rimasto Andrea Vianello che ora attende una nuova collocazione.