Fico rivuole Luttazzi sulla Rai

di Angelo Costa

Daniele Luttazzi di nuovo alla Rai? A rivolerlo sulla tv di Stato è Roberto Fico. Il presidente della commissione vigilanza ha commentato su Facebook la condanna a Dell’Utri, il suo rapporto con Berlusconi e i patti stretti da Renzi con il Cav. «Oggi votare Movimento Cinque Stelle significa votare lo Stato, quell’idea di Stato che si traduce in una parola semplice: comunità. Una comunità di cittadini liberi e onesti che non accettano ricatti e legami con la mafia. Oggi abbiamo un quadro giudiziario chiaro. Daniele Luttazzi venne cacciato dalla Rai e il suo Satyricon sparì dai palinsesti probabilmente proprio per aver acceso i riflettori su queste vicende. Era il 2002. Sarebbe bello rivederlo nuovamente dopo 12 anni sulla tv pubblica». Se non è un’investitura questa…

L’ultima di Gubitosi Rai indipendente dalla politica
«La politica non è uscita dalla Rai, anche perché deve sempre esserci un confronto. Ma da un paio d’anni abbiamo una certa indipendenza. Che è però cosa ben diversa dal cosa farsi dire degli anni passati». Lo ha detto il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi che ha aggiunto: «Stiamo ipotizzando di quotare Rai Way. Contiamo così di trovare le risorse necessarie che sarebbe impossibile trovare in altro modo. Negli ultimi due anni abbiamo tagliato duecento milioni di euro, cento milioni l’anno. Mentre Cottarelli era a Washington, ignaro, noi abbiamo iniziato a tagliare. Quello che è certo è che noi non taglieremo l’innovazione, che nei periodi difficili è comunque la cosa più facile da tagliare, ben più del personale».

Clima da guerriglia a Skytg24
Rupert Murdoch fa lo squalo. Ha deciso di fare la multinazionale di Sky, unendo BSkyB, Sky Deutschland e Sky Italia. Una mossa che sarà vincente quando acquisterà i diritti della Champions League (che pagherà una volta sola anziché tre). Nella redazione di SkyTg24 però la situazione è molto tesa. In pratica tra i giornalisti si è creato un clima da guerriglia urbana. Nel mirino ci sono le assunzioni dei 13 precari, i quali diventerebbero a tempo indeterminato solo nel caso che ci sia da parte dell’azienda un prelievo forzoso dell’1,69% sul Cud dei giornalisti. Questo clima ha scatenato la bagarre. Tutti contro tutti. Con giornalisti che non vogliono farsi togliere 100 euro dalla busta paga mensile e che vengono accusati dai precari di non volere la loro assunzione, che scatterebbe solo in caso di una raccolta di 412 mila euro da mettere in un fondo apposito, gestito dall’azienda. L’assemblea di ieri si è conclusa con la decisione di votare domani e venerdì con scrutinio segreto.