Fuortes giù da… La Scala. A Milano nessuno lo vuole

L’incarico di Soprintendente del teatro La Scala di Milano sarebbe l’offerta del governo a Fuortes per lasciare subito la tv pubblica.

Fuortes giù da… La Scala. A Milano nessuno lo vuole

Duecentottanta metri che a piedi si percorrono in due minuti. Sono quelli che separano la casa-museo di Alessandro Manzoni dal teatro alla Scala a Milano. A centocinquanta anni dalla morte del grande scrittore, anniversario che cadrà il 22 maggio prossimo, pochi si sarebbero aspettati che uno dei personaggi più inquietanti del suo capolavoro, “I Promessi sposi”, avrebbe compiuto quel brevissimo tragitto e avrebbe proiettato la sua ombra minacciosa non più su due poveri sventurati che volevano convolare a nozze, ma sulla gestione del tempio della lirica italiana. Ma mentre l’Innominato, per Manzoni è un “un terribile uomo”, del quale “non possiam dare né il nome, né il cognome, né un titolo”, nel comunicato congiunto diffuso l’altro giorno dalle rappresentanze sindacali della Scala l’Innominato, mai citato nel documento, è facilmente individuabile in Carlo Fuortes.

L’incarico di Soprintendente del teatro La Scala di Milano sarebbe l’offerta del governo a Fuortes per lasciare subito la tv pubblica

L’amministratore delegato della Rai, messo in viale Mazzini in quota “migliori” da Mario Draghi, dovrà a fine mese lasciare la poltrona e la voce che circolava con sempre maggiore insistenza è che la premier Giorgia Meloni – che ha ricevuto Fuortes due volte da quando siede a Palazzo Chigi e a memoria è la prima volta che accade che un presidente del Consiglio abbia dei faccia faccia così ravvicinati con l’ad della Rai – abbia proposto al manager e ai suoi sponsor politici un’uscita dalla tv pubblica con una “buonuscita” di tutto rispetto, la poltrona di sovrintendente alla Scala.

“In questi ultimi giorni sui principali quotidiani italiani si intensificano gli articoli che riguardano la nomina del prossimo Sovrintendente del Teatro alla Scala e, a questo proposito, vorremmo chiarire alcuni concetti che riteniamo basilari per la guida del più famoso teatro lirico del mondo”, scrivono i sindacati, che specificano: “Ci è assolutamente chiaro che la nomina del massimo dirigente della fondazione sia di esclusiva competenza del Consiglio di Amministrazione presieduto dal Sindaco di Milano, ma ci appare altrettanto chiaro che tale nomina debba avvenire seguendo criteri di comprovate capacità gestionali e che la figura scelta debba avere un profilo di eccellenza in ambito culturale: siamo profondamente contrari a logiche di scambio politico che mettono in discussione l’autonomia culturale del Teatro e che certamente non sono rispondenti a criteri di merito e competenza così come previsto dalle leggi che regolamentano il settore e dallo statuto della Fondazione”.

Alla Scala il contratto con l’attuale Sovrintendente Dominique Meyer scadrà nel 2025

Alla Scala il contratto con l’attuale Sovrintendente Dominique Meyer scadrà nel 2025, quindi l’ipotesi è che Fuortes arrivi come sovrintendente incaricato. Una poltrona per due che in passato non ha portato bene: “Vorremmo ricordare che nel recente passato abbiamo assistito per due volte alla nomina di un nuovo sovrintendente “incaricato” che ha affiancato il suo predecessore, ma in nessun caso tale situazione ha agevolato le condizioni di gestione né amministrativa né artistica, poiché nessuno dei due massimi dirigenti aveva la piena libertà di condurre il proprio operato”, scrivono ancora i sindacati”.

Dopo la lettera dei sindacati, mentre Meyer ha usato la metafora automobilistica (“Ho aggiustato la Ferrari e vorrei guidarla un po’…”) per dire che intende rimanere al suo posto, finalmente si è fatto sentire il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che è il presidente della Fondazione che regge le sorti del “Piermarini”, twittando: “Negli ultimi giorni alcuni media hanno annunciato l’arrivo di un nuovo sovrintendente alla Scala. Ricordo a tutti che tale decisione può essere presa solo dal cda della fondazione La Scala. Posso garantire che in Consiglio non si è mai nemmeno accennato a un’ipotesi del genere”.

Il mandato di amministratore delegato Rai di Carlo Fuortes, così come quello di tutti i consiglieri del cda, avrebbe la sua scadenza naturale nell’estate 2024, ma è stato ritenuto un lasso di tempo troppo lungo dalla maggioranza di centrodestra che scalpita per piazzare i propri fedelissimi. Ecco perché a fine aprile, dopo l’approvazione del bilancio, presenterà le proprie dimissioni. E proprio giovedì 27 aprile tornerà a riunirsi il cda della Scala. L’articolo 11 dello Statuto del teatro milanese stabilisce che “il Consiglio di Amministrazione può nominare il sovrintendente con anticipo non superiore a tre anni rispetto alla data prevista per il suo insediamento”.

Tre anni, appunto, rispetto al 2025 scadenza naturale del mandato di Meyer. A quel punto scatterebbe l’affiancamento che renderebbe di fatto incompatibile il lavoro in Rai di Fuortes e le dimissioni sarebbero inevitabili. Fuortes aveva già concorso nel 2019 per il posto di sovrintendente alla Scala, dopo essere stato dal 2012 al 2013 commissario straordinario del teatro Petruzzelli di Bari e successivamente Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma.

 

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