Gay Pride a Verona fa discutere la politica locale: il corteo si farà nonostante l’attacco della Lega contro il sindaco e la manifestazione

Gay Pride a Verona arriva con qualche strascico di polemiche sollevate dagli esponenti locali della Lega contro il sindaco e l'evento.

Gay Pride a Verona fa discutere la politica locale: il corteo si farà nonostante l’attacco della Lega contro il sindaco e la manifestazione

Gay Pride a Verona arriva nel pomeriggio di sabato 8 luglio con qualche polemica sollevata dalla politica locale. Dopo il sostegno dell’amministrazione Tommasi, la Lega si è espressa contro l’evento e il sindaco.

Gay Pride a Verona fa discutere la politica locale

Il Gay Pride arriva a Verona nel pomeriggio di sabato 8 luglio con qualche polemica politica. “Lo slogan del Verona Pride è “dallo spazio divers* sei tu”: dal proprio spazio siamo tuttɜ diversɜ l’unə dall’altrə, tutte diversità che hanno uguale valore e che chiedono uno spazio diverso, come quello del pride, nel quale riconoscere le proprie diversità e dal quale avanzare le proprie rivendicazioni. Inoltre vorremmo ribadire quando le nostre differenze e le nostre peculiarità siano parte fondamentale della bellezza dell’essere umani e che queste sono qualcosa di prezioso da tenerci stretto e rivendicare”, si legge nel comunicato su gay.it.

L’evento trova sostegno da parte del sindaco Damiano Tommasi e della sua amministrazione. Infatti, il primo cittadino veronese, assieme all’assessore alle pari opportunità Jacopo Buffolo, ha incontrato a Palazzo Barbieri il comitato organizzatore del Pride.

Il corteo si farà nonostante l’attacco della Lega contro il sindaco e la manifestazione

A polemizzare contro l’amministrazione Tommasi e i manifestanti dell’evento, sono stati gli esponenti della Lega locale con tanto di conferenza. “Sicurezza? Decoro urbano? Viabilità? Fondazione Arena? Aereoporto? Tutti argomenti di secondo piano per l’amministrazione comunale;  attenta invece fin dal suo insediamento soprattutto a trasformare  Verona in città arcobaleno”. A dirlo gli esponenti della Lega scaligera, Borchia, Zavarise e Rando in una conferenza stampa.

Secondo Zavarise “Dall’adesione alla rete Ready, alla promozione di eventi con iniziative in cui si è propagandata l’ideologia gender ai bambini attraverso volantini del circolo Pink patrocinati dal Comune, fino al recente ingresso nella consulta comunale delle famiglie dell’associazione ‘famiglie arcobaleno’, che sostengono le pratiche della maternità surrogata, e alla discesa in campo del sindaco Tommasi nel promuovere la registrazione dei figli di coppie dello stesso sesso, è palese che l’unico interlocutore di questa Giunta sia la comunità LGBT, ai cui capricci si sta piegando chiaramente l’amministrazione”“Spiace che dopo anni di successi con eventi di qualità dedicati a famiglie e bambini –continua Zavarise- l’amministrazione di sinistra abbia fatto del Murafestival la casa del gay-pride! Un evento nato per famiglie e bambini grazie alla precedente amministrazione, viene plagiato da una manifestazione che ormai ha carattere esclusivamente folcloristico, caricaturale e provocatorio”.

“Capricci ideologici” continua il coordinatore cittadino della Lega Filippo Rando “che hanno preso il sopravvento rispetto al contrasto al degrado e alla situazione di incuria che attanaglia la città! É di questi giorni la protesta degli esercenti del Liston, nelle periferie ci sono aree verdi dove l’erba non viene tagliata da mesi, le nostre numerose denunce legate all’insicurezza nei quartieri restano inascoltate, con continui episodi che generano forti preoccupazioni in varie zone della città. Segnalazioni, timori dei cittadini che continuano da mesi a restare senza risposta: Tommasi faccia il sindaco di tutti e si ricordi quali sono i propri compiti nella gestione della città, dal centro storico fino alle circoscrizioni che tanto animava in campagna elettorale e che oggi invece sono abbandonate a loro stesse”.

Prosegue il segretario provinciale della Lega e eurodeputato Paolo Borchia, affermando che “Il Pride ha dimostrato di non essere contesto di discussione in tema di diritti civili: agli occhi degli italiani le immagini che si palesano in queste manifestazioni sono troppo particolari per dare credito a certe argomentazioni, che se inserite in ambienti carnevaleschi perdono ogni senso. Partendo da questo presupposto, si vede chiaramente che le tematiche che sta portando avanti questa Giunta sono legate esclusivamente ad una moda politica, che possono piacere a determinate nicchie, ma che non corrispondono alle volontà, alle preoccupazioni e alle priorità della maggior parte dei veronesi”. Conclude Borchia “una cosa è seguire la moda, un’altra è fare il sindaco!”.