Dopo l’ultimatum di Benjamin Netanyahu ad Hamas – secondo cui si può evitare la massiccia invasione di Gaza se i combattenti rilasceranno tutti gli ostaggi entro metà maggio – si è riaccesa, in modo improvviso, una flebile speranza di pace. Bassem Naim, membro dell’ufficio politico del movimento islamista palestinese, ha dichiarato che il gruppo “insiste sulla necessità di raggiungere un accordo globale e comprensivo per porre fine alla guerra”, ma respinge “con forza i tentativi disperati di imporre un accordo parziale in vista della visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump”.
Gaza, a sorpresa spunta uno spiraglio di pace. Hamas apre al dialogo e i mediatori annunciano: “a breve una nuova proposta di tregua”
Una mano tesa dal movimento palestinese al primo ministro israeliano, subito colta dai mediatori egiziani e qatarini che, come dichiarato alla TV Al Arabiya, hanno affermato di “stare lavorando con urgenza a una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza” che dovrebbe accontentare tutti. Hanno aggiunto che questa verrà presentata “nelle prossime ore” e prevede, tra le altre cose, “la creazione di corridoi sicuri e punti di distribuzione degli aiuti umanitari” nella Striscia di Gaza.
Proposta su cui, secondo quanto trapela, Hamas avrebbe già dato il proprio gradimento.