Il Governo non arretra. Manovra coraggiosa per far partire la crescita. Tria punta al via libera in tempi stretti

Solo così tornerà la fiducia dei mercati. Per il vicepremier Di Maio è stata invertita la tendenza

Certo, come dice Giovanni Tria, “il pareggio di bilancio sarebbe il sogno di ogni ministro del Tesoro”. Ma d’altra parte “i deficit fanno parte della prassi”. Il titolare del Mef ostenta ottimismo. Nonostante la lettera recapitatagli da Bruxelles che, se non è una bocciatura del Def, poco ci manca. Il ministro continuerà a difendere la Manovra dinanzi alla Commissione Ue. Spiegando che la prossima legge di bilancio “consentirà di far scendere il rapporto debito-Pil di 4 punti percentuali nei prossimi 3 anni”.

ADASDA – Ma come? è lo stesso Tria a chiarirlo nella prefazione del Def. Promuovere una ripresa “vigorosa” dell’economia italiana, puntando , “su un incremento adeguato della produttività del sistema Paese e del suo potenziale di crescita”. Somministrando al malato-Italia l’unico farmaco in grado di ridurre il gap di crescita che ci separa dal resto d’Europa: “La diminuzione costante del rapporto debito-Pil in direzione dell’obiettivo stabilito dai trattati Ue”.

RUSH FINALE – Insomma, almeno per ora, il Governo tira dritto. E a passo spedito. L’obiettivo è di incassare il via libera del Parlamento in una settimana, a partire da martedì prossimo, quando il testo del Documento di economia e finanza arriverà all’esame delle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Prima di approdare in Aula giovedì 11 ottobre, per tagliare il traguardo entro le successive 72 ore. Dopodiché, il Governo avrà tempo fino al 20 ottobre per presentare la Legge di Bilancio in Parlamento. Mentre, entro il 15, sempre di ottobre, il documento programmatico di bilancio per il 2019, con l’obiettivo di saldo di bilancio e le proiezioni delle entrate e delle spese, dovrà essere sul tavolo della Commissione europea.

Pure Lega e Cinque Stelle, intanto, continuano a difendere la Manovra. “Sono stufo di un’Italia che cresce dello zero virgola: noi investiamo sul lavoro per crescere dell’uno virgola o due virgola”, sbotta Salvini dopo l’ennesimo dubbio sollevato sulle stime del Governo. Stime, quelle sul Pil (1,5 per cento nel 2019, 1,6 nel 2020 e 1,4 nel 2021), che non solo non sono ottimistiche, precisa il vicepremier, ma addirittura “limitate”. Anche perché, come spiega nella prefazione del Def il ministro Tria, “i recenti livelli dei rendimenti sui titoli di Stato, su cui ci si è basati per formulare le previsioni programmatiche di crescita e di finanza pubblica, non riflettono i dati fondamentali del Paese”. E aggiunge: “Contiamo che una volta che il programma di politica economica del Governo sarà approvato dal Parlamento, si dissolva l’incertezza che ha gravato sul mercato dei titoli di Stato negli ultimi mesi”.

Quanto alla scelta di portare il rapporto deficit-Pil al 2,4% nel 2019, per poi scendere al 2,1 nel 2020 e all’1,8% nel 2021, come spiega il vicepremier Luigi Di Maio a Fanpage.it, “era necessario per finanziare il superamento della legge Fornero, il reddito di cittadinanza e i rimborsi per i truffati dalle banche”. Insomma, né “uno sfizio” né “una sfida all’Europa”, prosegue assicura il ministro dello Sviluppo economico. Difendendo a spada tratta e senza tentennamenti la prossima Manovra: “Finalmente invertiamo la tendenza, scenderà anche il deficit e abbasseremo il debito, così da dare anche una garanzia anche ai mercati”.