Hydrogen Valley per aiutare la decarbonizzazione, cos’è e cosa prevedere il progetto dell’Italia sulle energie rinnovabili

Hydrogen Valley: il Governo ha firmato i primi protocolli d’intesa con le Regioni incentrati sul progetto inserito in Pnrr.

Hydrogen Valley per aiutare la decarbonizzazione, cos’è e cosa prevedere il progetto dell’Italia sulle energie rinnovabili

Hydrogen Valley per aiutare la decarbonizzazione: cos’è e cosa prevedere il progetto dell’Italia sulle energie rinnovabili inserito nel Pnrr?

Hydrogen Valley: cos’è e cosa prevedere il progetto

Nella giornata di mercoledì 8 giugno, si è tenuta la firma dei protocolli per i primi progetti cruciali inseriti nel Pnrr che ha coinvolto le Regioni. In particolare, la firma ha riguardato il progetto di Hydrogen Valley che consiste in “un’infrastruttura high-tech che consentirà, in collaborazione con imprese, istituti di ricerca ed università, la sperimentazione di tecnologie per la produzione di idrogeno attraverso i processi oggi più noti e maturi, come l’elettrolisi alimentata da fotovoltaico, ma anche mediante quelli più innovativi che partono ad esempio dallo smaltimento dei rifiuti (biomasse residuali), o dal recupero di sottoprodotti industriali e dal calore rinnovabile ad alta temperatura ottenuto da impianti solari a concentrazione”.

Hydrogen Valley per aiutare la decarbonizzazione: la firma dei primi Protocolli d’Intesa in Italia

A proposito del progetto Hydrogen Valley da sviluppare in collaborazione con le Regioni italiane, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato: “Il progetto delle regioni Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia punta a realizzare siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. Contribuisce a stimolare la crescita, a creare occupazione. Ci avvicina ai nostri obiettivi energetici e climatici, che il Governo è determinato a mantenere e anzi a perseguire con sempre maggiore convinzione”.

La firma dei primi Protocolli d’Intesa si è tenuta nella Sala Verde di Palazzo Chigi e ha visto il coinvolgimento di sei Regioni. Alla cerimonia, presieduta dal premier Draghi, erano presenti il ministro per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini; il ministro dell’università e della ricerca Maria Cristina Messa; il ministro della Salute Roberto Speranza; il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani; e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Roberto Garofoli. Inoltre, erano presenti anche i governatori del Friuli Venezia-Giulia,Massimiliano Fedriga; della Liguria, Giovanni Toti; del Piemonte, Alberto Cirio; dell’Umbria, Donatella Tesei; della Puglia, Michele Emiliano; e della Basilicata, Vito Bardi.

I dettagli sul progetto dell’Italia sulle energie rinnovabili

Nel corso della cerimonia, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato: “Il coordinamento tra Governo e Regioni non è una cosa banale, è trasmettere un messaggio che viene dalle Regioni al Governo centrale e viceversa, un continuo colloquio. Quando manca questo colloquio finisce il dialogo e si perde tempo, tutto qua – e ha aggiunto –. Il Governo intende riportare l’Ilva a quello che era quando era competitiva, era la più grande acciaieria d’Europa, non possiamo permetterci che non produca ai livelli a cui è capace di fare, a cui produce anche oggi”.

Infine, è intervenuto il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che ha precisato: “Il progetto delle Hydrogen Valley pone l’Italia in linea con i migliori Paesi Ue in un settore strategico per il futuro. Il progetto consentirà il recupero di territori dismessi e l’installazione di nuove tecnologie. Saranno costruiti distretti l’per idrogeno verde, che è prodotto con la tecnica dell’idrolisi che dovrebbe essere alimentata a sola energia elettrica verde. Ci sono due target, un primo a scadenza nel 2023 poi seguita da uno a più lungo termine a giugno 26. Il primo passo sarà identificare le zone industriali dismesse in cui costruire i distretti per l’idrogeno che dovranno produrre meno di 3 tonnellate di anidride carbonica per tonnellata di gas e arrivare nel 2026 tra 1 e 5 megawatt di potenza totale”.