I vaccini sono il nuovo business delle organizzazioni criminali. Possibili infiltrazioni mafiose nella catena di distribuzione delle dosi. Ma è allarme anche per le truffe

I vaccini sono il nuovo business delle organizzazioni criminali. Possibili infiltrazioni mafiose nella catena di distribuzione delle dosi. Ma è allarme anche per le truffe

Ormai è più che un sospetto. Il business dei vaccini nei prossimi mesi potrebbe trasformarsi, al pari del narcotraffico o dello sfruttamento della prostituzione, in uno degli affari più appetibili e redditizi per le organizzazioni criminali. C’è il rischio, infatti, che le mafie, nostrane e straniere, possano infiltrarsi – come ha già avvertito l’Interpol e l’intelligence (leggi l’articolo) – nelle maglie della distribuzione dei preziosi farmaci anti-Covid, così come giocare un ruolo da protagoniste nel mercato nero. Ma non solo. E’ di questi giorni la notizia anche delle prime truffe e di tentativi di vendita online di falsi sieri anti-Covid.

E proprio del rischio di infiltrazione della criminalità organizzata nella distribuzione delle dosi, si è parlato in Olanda, nel corso del Working Group Covid-19, presieduto dal direttore esecutivo di Europol, Catherine De Bolle, e dal vicecapo della Polizia italiana, Vittorio Rizzi. L’alto dirigente della Dipartimento della pubblica sicurezza, ha parlato di un rischio al momento “potenziale” che le nostre forze di polizia sono già pronte ad intercettare, grazie al lavoro che da quasi un anno sta svolgendo l’Organismo di monitoraggio ed analisi, nato per volontà del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e del capo della Polizia, Franco Gabrielli.

“I vaccini distribuiti fino ad oggi in Italia – ha spiegato il vicecapo della Polizia Rizzi – presentano delle caratteristiche, connesse alla conservazione, che difficilmente possono essere garantite al di fuori delle strutture sanitarie: la necessità del mantenimento di una rigida ‘catena del freddo’ durante tutte le fasi di produzione, conservazione e distribuzione ha reso estremamente difficile organizzare un mercato parallelo credibile, dove poter vendere le fiale eventualmente sottratte al circuito legale”.

Ma lo scenario, avvertono le forze dell’ordine, potrebbe ben presto cambiare con l’introduzione dei nuovi vaccini di più facile gestione, come nel caso di quello prodotto da AstraZeneca, che, a differenza del Pfizer (che deve essere stoccato a circa -80 gradi), può essere conservato a una temperatura compresa tra i 2 e gli 8 gradi. Dunque, ha sottolineato ancora Rizzi, “ci saranno tempi più rapidi nella vaccinazione della popolazione e potrebbe essere più facile la creazione di un canale di vendita illegale, alimentato con fiale sottratte al normale circuito sanitario, se non addirittura contraffatte”.

Per quanto riguarda le possibili truffe, collegate alla vendita illegale dei vaccini anti-Covid, l’allarme arriva, invece, dai Carabinieri del Comando Tutela della Salute che parlano di “un pericolo reale di cui i Nas si stanno occupando e si sono occupati”. Una minaccia che si è già concretizzata nei giorni scorsi riguarda un episodio di tentata truffa, sventato a Perugia e su cui si sta ancora indagando. In questo caso gli investigatori dell’Arma hanno individuato un presunto intermediario che cercava di vendere alla Regione Umbria una partita di vaccini AstraZeneca. L’azienda inglese non è coinvolta, ma gli inquirenti riferiscono che non si tratta di un caso isolato.

Del traffico di farmaci anti-Covid falsi o illegali, con sequestri e oscuramenti di siti quasi giornalieri, si stanno occupando anche i Carabinieri del Nucleo Aifa, la Guardia di finanza e gli ispettori dell’Agenzia delle Dogane. Mentre gli esperti della Polizia delle comunicazioni vigilano sul web, e soprattutto sul dark web dove proliferano i commerci illegali.