Il canone logora chi non ce l’ha

Di Angelo Costa

La crisi è stata come una scure che ha tagliato la testa ai mezzi di comunicazione. La brusca frenata della pubblicità ha fatto deragliare i bilanci di emittenti tv, radio, giornali e perfino gestori e operatori telefonici. Lo denuncia in maniera dettagliata la relazione annuale dell’Agcom presentata dal presidente Angelo Marcello Cardani al Parlamento. Auspicata anche la modifica della par condicio. Piangono tutti. Mal comune mezzo gaudio, soprattutto per la Rai che nella miseria è diventata meno povera del Biscione, scavalcandolo nei ricavi. «La pesante crisi, tuttora in essere, del mercato pubblicitario ha penalizzato soprattutto Mediaset, che ha nella pubblicità la risorsa largamente maggioritaria». Ha detto il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, in Commissione Trasporti alla Camera, commentando i dati Agcom. «Con i suoi oltre 8,4 miliardi di euro di fatturato – ha aggiunto il numero 1 di Cologno – il settore televisivo si conferma come la più grande industria editoriale e culturale per il Paese». I ricavi del settore l’anno scorso sono scesi a 56,1 miliardi, in calo del 9% sul 2012. Registrano una flessione del 10,77% a 34,4 miliardi di euro. L’editoria, quotidiana e periodica, ha perso nel 2013 quasi 700 mln di ricavi. Il fatturato dei quotidiani è sceso del 7%, quello dei periodici il 17,2%. Crollano periodici (-24,1%) e quotidiani (-13,2%), ma vanno male anche tv (-10,1%) e cinema (-7%). E per il primo anno va giù Internet (-2,5%). Dati alla mano Sky resta in testa nella classifica dei ricavi tv in Italia nel 2013, la Rai perde meno dei concorrenti ed è ora seconda, sorpassando appunto Mediaset. Nel 2013 il gruppo 21st Century Fox-Sky Italia ha portato a casa 2,6 mld (-3,5% rispetto al 2012), la Rai 2,3 mld (-1,6%), Mediaset 2,2 mld (-8,2%). A pesare sui ricavi Mediaset è la pubblicità scesa a 1 miliardo 730 milioni da 1 miliardo e 966 milioni del 2012, mentre è cresciuta l’offerta a pagamento da 520 milioni a 550 milioni. La Rai ha visto invece crescere leggermente le risorse legate al canone da 1 miliardo 647 milioni a 1 miliardo 654 milioni e scendere quelle della pubblicità da 683 milioni a 632 milioni. Sky registra un calo delle entrate da pay (da 2 miliardi 435 milioni a 2 miliardi 395 milioni) e della pubblicità (da 265 milioni a 210 milioni). Seguono nettamente staccati Cairo Communication, proprietario di La7, a quota 136 milioni, e Discovery a quota 125 milioni. Per quanto riguarda le quote di mercato della tv gratuita, la Rai sale al 49,4%, mentre Mediaset scende al 35,1%. Nella tv a pagamento, invece, Sky Italia detiene il 77,8% del mercato e Mediaset il 19,1%.

Ecco Agon Chanel
In autunno arriva anche in Italia Agon Channel, il canale televisivo con sede in Albania fondato dall’imprenditore italiano Francesco Becchetti. In chiaro sul digitale terrestre, trasmetterà una programmazione autoprodotta. Il canale punterà su format inediti per la tv italiana ideati e prodotti dallo stesso Agon Channel nel quartier generale a Tirana. In palinsesto reality e talent, game show, varietà e talk. Spazio all’approfondimento giornalistico con Alessio Vinci. Lo sport affidato a Giancarlo Padovan, ex direttore di Tutto Sport.