Il Punto di Mauro Masi. Contraffazione e pirateria pesano moltissimo sull’economia italiana. E causano migliaia e migliaia di disoccupati

  1. Su richiesta di alcuni lettori della Rubrica, torno sul tema del “peso” della contraffazione/pirateria sull’economia italiana. Un tema, in verità e come sottolineato dagli stessi lettori, di rilevanza anche europea basti pensare che secondo i più recenti dati dell’Euipo  (l’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale) l’Italia subisce da sola circa un decimo delle perdite complessive dovute alla contraffazione/pirateria contabilizzate dai 28 Paesi UE (pari a circa 83 miliardi di euro l’anno e a circa 800.000 posti di lavoro perduti).

Ebbene secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Contraffazione presso il Mise, la contraffazione in Italia nel 2015 si è attestata su un fatturato illecito stimato in circa 6,9 miliardi di euro sottraendo al sistema economico legale italiano oltre 100 mila unità di lavoro a tempo pieno. Al tempo stesso uno studio di Confartigianato di circa un anno fa indicava che nel periodo 2008 – 2014 la contraffazione di merce prodotte da aziende italiane è costata al nostro sistema economico circa 10 miliardi di euro di minori incassi e non meno di 88.000 disoccupati in più. E ciò è avvenuto nonostante, nello stesso periodo, le forze dell’ordine abbiano svolto una rafforzata azione di contrasto arrivando a sequestrare merci contraffatte per un valore di oltre 4,4 miliardi di euro. C’è da dire che è sempre molto difficile stimare in modo attendibile fenomeni che provengono da illeciti; in questo caso la difficoltà è ampliata anche da notevoli incertezze (sia in diritto, sia nella prassi) sulla nozione stessa di pirateria multimediale (quella che da sempre interessa a questa Rubrica).

Secondo la migliore dottrina, per pirateria digitale (o multimediale) deve intendersi qualsiasi attività di riproduzione, duplicazione e distribuzione non autorizzata di prodotti digitali audiovisivi tutelati dal diritto d’autore ovvero la commercializzazione, effettuata in qualsiasi modo, anche a mezzo della Rete, di supporti contenenti musica, film o programmi software protetti da copyright, nonché la visione illegale di programmi televisivi protetti da diritti. Fin qui il perimetro della pirateria multimediale, fenomeno che si affianca nelle statistiche ufficiali al dato della contraffazione che  invece è riferito alle violazioni delle norme nazionali ed internazionali sui brevetti, marchi e/o disegni industriali. Tutto ciò premesso, una stima attendibile realizzata sui beni sequestrati in Italia nel periodo 2011-2014 relativi a merci piratate e/o contraffatte spinge ad una quantificazione complessiva del fenomeno tra i 2,8/3 miliardi di euro all’anno. Se invece si considera che  il dato relativo alle merci sequestrate relative alle sole violazioni del diritto d’autore/copyright  per il 2014 vale tra i 1,3 e 1,5 miliardi di euro e che tale settore nella media del periodo 2011/2014 vale intorno al  40% del totale, si può stimare il dato complessivo della pirateria e contraffazione in Italia nel 2014 in una cifra compresa tra un minimo di circa 3,25 ad un massimo di circa 3,75 miliardi di euro annui. Come si vede cifre diverse; tale diversità dipende, come detto, sia da diverse definizioni del fenomeno “contraffazioni/pirateria” sia dalle differenti metodologie  di calcolo usate. Quello che è indubbio e che il fenomeno sottrae al nostro Paese miliardi di euro dall’economia legale e decine di migliaia di posti di lavoro ogni anno.