Inquinamento nel Lazio, è allarme per Frosinone e Roma: registrano dati tra i peggiori di tutta Italia

Il rapporto Mal'aria di Legambiente lancia l'allarme nel Lazio: valori preoccupanti sia per Frosinone che per Roma.

Inquinamento nel Lazio, è allarme per Frosinone e Roma: registrano dati tra i peggiori di tutta Italia

Un triste primato. È quello della città di Frosinone, il capoluogo di provincia in Italia che nel 2023 ha registrato in una sua centralina il maggior numero di superamenti dei valori massimi di Pm10 (cioè oltre i 50 µg/mc): ben 70, contro un massimo annuo previsto per legge di 35. Di gran lunga il peggior valore in Italia, stando al rapporto Mal’aria di città 2024 di Legambiente. E in generale la situazione nel Lazio non è delle migliori, almeno per quanto riguarda la stessa Frosinone e Roma. Molto meglio (in alcuni casi con i valori meno negativi in Italia) va a Viterbo e Rieti. 

Partiamo da qualche dato: tra le città italiane più inquinate per Pm10 e Pm 2.5 non rientrano quelle del Lazio. Diverso il discorso per il No2, il biossido d’azoto: in questo caso Roma figura tra le città più in difficoltà, anche se non la peggiore in Italia. Come detto a Frosinone si registra invece il maggior numero di superamenti di Pm10 in una centralina, con ben 70 casi in un anno. 

I dati del Lazio

Prendiamo in considerazione le medie annuali del 2023 per il Pm10, le polveri sottili: il valore è di 28 microgrammi per metro cubo di aria a Frosinone, 24 a Roma, 21 a Latina, 18 a Rieti e 17 a Viterbo. Per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 la riduzione della concentrazione di Pm10 dovrebbe essere del 29% a Frosinone, del 17% a Roma e del 6% a Latina. La buona notizia è che Rieti e Viterbo sono invece già in regola rispetto a questo target. 

Poco cambia parlando di Pm 2.5: a Frosinone il valore è pari a 15, a Roma 13, a Latina e Rieti 10 e a Viterbo 9. Frosinone deve ridurre le emissioni del 33% e Roma del 21%, mentre Latina, Rieti e Viterbo sono già in linea con gli obiettivi normativi del 2030. Passiamo al biossido di azoto: in questo caso il primato (negativo) nel Lazio spetta a Roma con un valore di 32 microgrammi per metro cubo, seguita da Frosinone (25), Latina (21), Viterbo (20) e Rieti (14). Roma deve ridurre le emissioni del 37%, Frosinone del 20% e Latina del 3%. Anche stavolta Viterbo e Rieti sono già in linea con gli obiettivi del 2030. 

L’appello per ridurre l’inquinamento a Frosinone e Roma

Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, parla di un “grido di allarme incontrovertibile sulla salute della cittadinanza di tutto il Lazio” in riferimento al record negativo di Frosinone per le Pm10 e del dato di Roma su No2. Servono, quindi, risposte concrete, come “pedonalizzazioni, contrasto alla sosta selvaggia, implementazione del Bus Rapid Transfer, Ztl del centro storico, impulso alla sharing mobility e nuove ciclabili” a Frosinone. Così come la Fascia verde, la congestion charge, bus elettrici e nuovi tram a Roma.

Da qui l’appello ai sindaci e al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, per agire e abbattere il numero di vetture inquinanti e ridurre le emissioni da riscaldamenti a biomasse, passando anche per misure come le zone 30 in città.