Kiev condanna soldato russo per crimini di guerra: ergastolo per il sergente Vadim Shishimarin

Kiev condanna soldato russo per crimini di guerra: si è concluso con una sentenza di ergastolo il primo processo celebrato in Ucraina.

Kiev condanna soldato russo per crimini di guerra: ergastolo per il sergente Vadim Shishimarin

Kiev condanna soldato russo per crimini di guerra: si è concluso con una sentenza di ergastolo il primo processo celebrato in Ucraina.

Kiev condanna soldato russo per crimini di guerra: primo caso dall’inizio del conflitto

Nella giornata di lunedì 23 maggio, in Ucraina, si è concluso il primo processo contro un soldato russo accusato di aver compiuto crimini di guerra durante il conflitto russo-ucraino.

Il processo si è chiuso con una condanna all’ergastolo emanata contro il sergente Vadim Shishimarin, 21 anni, che si è dichiarato colpevole dell’uccisione di Oleksandr Shelipov. La vittima era un civile disarmato di 62 anni che è stato colpito alla testa lo scorso 28 febbraio 2022 nel villaggio di Chupakhivka, situato nella regione di Sumy.

A quanto si apprende, secondo quanto riferito dai media ucraini, il tribunale di Kiev ha condannato all’ergastolo il primo soldato russo dopo aver individuato prove inconfutabili contro il sergente Shishimarin. Alla luce delle prove raccolte, inoltre, è stato precisato che l’omicidio del 62enne Shelipov fosse stato premeditato.

Ergastolo per il sergente Vadim Shishimarin, Kiev: “Rimorso non sincero”

Nel corso del processo celebrato contro il sergente russo Vadim Shishimarin, la corte ucraina ha respinto tutte le argomentazioni presentate dalla difesa. La difesa, infatti, ha asserito che le azioni del soldato sono state messe in atto in quanto il militare avrebbe eseguito un ordine che gli era stato impartito dall’alto.

In aula, l’imputato sarebbe apparso visibilmente scosso ma il tribunale di Kiev non ha reputato sincero il rimorso mostrato dal sergente.

Durante il processo, tuttavia, il 21enne condannato all’ergastolo a più volte chiesto “perdono” per l’omicidio commesso. Inoltre, avrebbe spiegato ai giudici in aula di essersi inizialmente rifiutato di sparare al civile ma è stato poi costretto a eseguire l’ordine dopo essere stato minacciato dal suo superiore. Il 62enne Oleksandr Shelipov, quindi, sarebbe stato giustiziato con un colpo d’arma da fuoco sparato con un fucile d’assalto Kalashnikov.