La pace fiscale di Matteo Salvini: cosa prevede il suo piano per una nuova sanatoria

Matteo Salvini punta a una nuova pace fiscale: ma cosa prevede il suo piano e quali potrebbero essere le sanatorie da introdurre?

La pace fiscale di Matteo Salvini: cosa prevede il suo piano per una nuova sanatoria

Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, l’ha definita una “grande e definitiva pace fiscale”. Un nuovo condono insomma, contro cui si è già scagliato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Il piano di Salvini però è già stato in parte illustrato dallo stesso leader leghista. Cosa prevede?

Innanzitutto ha fatto riferimento a due cifre: 30mila come soglia e 15 milioni di soggetti che avrebbero un conto aperto con il Fisco. Vediamo cosa potrebbe contenere il piano targato Salvini per la pace fiscale.

Cosa prevede la pace fiscale di Salvini

Annunciando l’idea di una grande e definitiva pace fiscale, Salvini ha fatto riferimento a una cifra specifica: “Se qualcuno ha un problema fino a 30mila euro che si trascina da anni, chiudiamola: gliene chiediamo una parte e azzeriamo tutto il resto”. Questa la prima proposta, con una soglia ben chiara e definita.

Salvini ha rilanciato, rispondendo anche a Ruffini, parlando della pace fiscale come di un “vantaggio per lo Stato” e sostenendo che sarebbe una “liberazione per 15 milioni di persone”. Coloro i quali, spiega, hanno fatto la dichiarazione dei redditi “ma hanno un conto aperto con l’Agenzia delle Entrate”.

La prima ipotesi che viene in mente, quindi, è quella di una estensione della tregua fiscale introdotta dall’ultima manovra, con 12 diverse sanatorie. Due delle quali riguardanti la riscossione dei debiti: lo stralcio fino a mille euro e la rottamazione quater. Si potrebbe ripartire da qui, magari con un’estensione dei criteri di accesso.

Ovvero uno stralcio per cartelle anche successive al 2015 e per importi più alti e una maggiore facilità di accesso alla rottamazione. Il piano, comunque, è ancora tutto da definire e anche nella maggioranza potrebbe non avere i consensi necessari, ma fino alla manovra c’è ancora tempo.