La Russia espulsa dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu a tempo scaduto. Oggi la decisione all’Assemblea generale. Servono due terzi dei voti

Usa e Gran Bretagna hanno chiesto all’Assemblea Generale dell'Onu la sospensione della Russia in seguito al massacro di Bucha.

La Russia espulsa dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu a tempo scaduto. Oggi la decisione all’Assemblea generale. Servono due terzi dei voti

Nella sua “impotenza” dimostrata in questi 43 giorni di guerra in Ucraina, finalmente l’Onu potrebbe battere un colpo. Gli occidentali, infatti, oggi tenteranno di cacciare la Russia dal Consiglio dei diritti umani di Ginevra. Stati Uniti e Gran Bretagna chiedono all’Assemblea Generale la sospensione di Mosca in seguito alla notizie dell’uccisione di decine di civili da parte delle forze russe a Bucha (leggi l’articolo).

Usa e Gran Bretagna hanno chiesto la sospensione della Russia in seguito al massacro di Bucha

La portavoce del presidente dell’Assemblea Generale, Paulina Kubiak, ha fatto sapere che il voto è “confermato domani (oggi, ndr) alle 10 locali”, le 16 italiane. Non è detto che ovviamente l’espulsione abbia luogo, anche se molto probabile.

Per approvare la sospensione della Russia dal Consiglio serve la maggioranza dei due terzi dei Paesi votanti (dei 193 membri delle Nazioni Unite): nella bozza di risoluzione – tra i co-sponsor c’e’ anche l’Italia – si chiede di “sospendere il diritto di Mosca di far parte” dell’organismo Onu esprimendo “grave preoccupazione per la crisi umanitaria e la crisi dei diritti umani in Ucraina, in particolare le notizie di violazioni e abusi del diritto internazionale umanitario da parte della Russia”.

Se da una parte il segretario generale Antonio Guterres è stato ampiamente criticato in queste settimane, c’è da dire che dall’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio, l’Assemblea Generale ha adottato già due risoluzioni promosse dagli occidentali: la prima (che ha ottenuto 141 voti a favore) denuncia Mosca per l’aggressione, la seconda sulla situazione umanitaria (140 i sì). In questo caso la situazione è più delicata.

Le fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro, secondo quanto riportato dall’Ansa, pur dicendosi “fiduciose” di ottenere i voti sufficienti per la sospensione, fanno sapere che non si aspettano di avere il livello di supporto dei due documenti precedenti.

Mentre un’altra fonte spiega che in questo caso non interessa tanto raggiungere grandi numeri ma il risultato, ossia vedere la risoluzione approvata. Solo cinque Paesi hanno votato contro i testi precedenti: Russia, Bielorussia, Corea del Nord, Siria ed Eritrea. Mentre gli astenuti sono stati rispettivamente 35 e 38 (tra cui la Cina).

Restano però le critiche all’Onu anche in questa circostanza. L’espulsione dal Consiglio dei diritti umani per alcuni sarebbe solo uno specchietto per le allodole essendo Mosca in ogni caso membro del Consiglio di Sicurezza avendo così diritto di veto su ogni eventuale decisione.

La stessa portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha sottolineato che “la mancata partecipazione della Russia al Consiglio minerà senza dubbio la sua universalità ed efficacia e darà di fatto ai Paesi occidentali mano libera per esercitare il controllo totale sulla sfera dei diritti umani”. Parole che ovviamente Mosca spera facciano breccia nel cuore soprattutto di Cina e Iran.