La sprecopoli di Delrio all’Anci

di Stefano Sansonetti

Storia di un fallimento che lascia disarmati. Protagonista del disastro, passato in questi mesi praticamente sotto silenzio, è Graziano Delrio, braccio destro di Matteo Renzi e nuovo sottosegretario alla presidenza del consiglio. Si dà il caso che nel suo recente passato da presidente dell’Anci il fedelissimo del premier ne abbia combinata una davvero grossa. Il nome su cui oggi conviene concentrare l’attenzione è quello di Anci Riscossioni. Di cosa si tratta? Semplice, della società dell’associazione dei comuni che avrebbe dovuto sostituire Equitalia nella riscossione dei tributi locali. O almeno questo era l’obiettivo sbandierato dall’allora presidente dell’Anci Delrio. Peccato che in questo lasso di tempo la società non abbia combinato nulla. “Inattiva”, dice ancora oggi il registro delle camere di commercio. Ma la realtà è che, in tempi recenti, la società è stata messa in liquidazione. E questo, secondo gli osservatori più maliziosi, per farne perdere il ricordo il prima possibile. Tutt’altro che un successo, quindi, per il sottosegretario di palazzo Chigi che, con le sue recenti sortite sulla tassazione dei Bot, ha creato il primo grattacapo al governo Renzi, costringendolo a una presa di distanza.

La storia
Diciamo subito che Anci Riscossioni nasce il 27 luglio del 2012. In quel periodo Delrio è a capo dell’Anci, mentre segretario dell’associazione è quell’Angelo Rughetti che oggi è un altro dei renziani di ferro. L’obiettivo è quello di offrire ai comuni una società a cui rivolgersi per una riscossione dei tributi dal volto più “umano” rispetto a Equitalia. Proprio in quel periodo, infatti, sono in molti a cavalcare per ragioni elettorali lo scontento nei confronti della società presieduta da Attilio Befera. L’obiettivo vero, perseguito da Delrio e compagnia, è quello di raccattare un po’ di consenso elettorale a basso costo. Si decide così di costituire Anci Riscossioni, una srl con 10 mila euro di capitale sociale, che deve pensare in grande. In particolare deve trovare un partner a cui allearsi per sostituire la tanto vituperata Equitalia. Vale la pena di rileggere le dichiarazioni dell’epoca di Delrio. Il 10 agosto del 2012, come riportato in un comunicato dell’Anci, l’attuale sottosegretario parla di “un nuovo modo di riscossione, più attento alle persone, alle fasce deboli, con trasparenza ed efficienza”. E subito dopo spiega che “come Anci vorremmo poter offrire ai nostri sindaci una società meno preoccupata di fare utili e dare più servizi ai cittadini”. Di più, perché in un’intervista citata in un altro comunicato Anci, datato 4 settembre 2012, ancora Delrio incensa la sua iniziativa precisando che “non vogliamo allestire l’ennesimo carrozzone pubblico, ma un nuovo operatore che possa presentarsi al mercato, magari con obiettivi e criteri diversi da quelli di Equitalia. Un po’ come Ryanair, che nel settore del trasporto aereo è riuscita a offrire un prodotto di qualità e di basso prezzo”.

L’epilogo
Dopo qualche mese dalla sua costituzione, si procede a bandire la gara per l’individuazione del partner di Anci Riscossioni. Al traguardo arrivano la società Engineering, in coppia con Poste Tributi (controllata dal colosso pubblico guidato da Massimo Sarmi) e Romeo Gestioni. L’offerta più vantaggiosa è proprio quella del gruppo guidato dall’imprenditore Alfredo Romeo, il quale però nel frattempo viene coinvolto in alcune vicende giudiziarie slegate dalla gara (con una condanna per corruzione a Napoli). Passa qualche tempo e l’Anci, a quel punto passata sotto l’egida di Piero Fassino, decide di annullare la gara, formalmente per questioni normative. Fino ad arrivare alla liquidazione decisa di recente, come ha confermato a La Notizia Alessandro Gargani, vicesegretario generale dell’Anci ed ex amministratore unico della società. “E’ stata un’esperienza che si è conclusa con un nulla di fatto”, ha ammesso Gargani, il quale ha però collegato il fallimento a “norme di apertura del settore della riscossione locale che alla fine non sono mai entrate in vigore”. Ma il flop di Delrio rimane tutto.

Twitter: @SSansonetti