Mariupol, nave italiana sequestrata: cos’è successo e quali le conseguenze

Mariupol, nave italiana sequestrata: ecco quali sono le informazioni che sono state rese note sulla situazione dell'imbarcazione.

Mariupol, nave italiana sequestrata: cos’è successo e quali le conseguenze

Mariupol, nave italiana sequestrata: le informazioni dell’imbarcazione arrivano direttamente dal suo proprietario che in un’intervista a La Stampa ha raccontato com’è la situazione.

Mariupol, nave italiana sequestrata: cos’è successo

A Mariupol, una nave italiana è stata sequestrata. Si tratta della Tzarevna, un cargo di Augusto Cosulich che appartiene alla genovese Vulcania Srl, società del gruppo Cosulich.

Augusto Cosulich, proprietario della nave, ha raccontato a La Stampa che a bordo della nave ci sono circa 15 tonnellate di semilavorati che dovrebbero essere destinati ai laminatoi di San Giorgio di Nogaro. Il valore stimato è di circa 9 milioni di dollari che vanno sommati al valore del carico di circa 12 milioni di dollari.

Quali le conseguenze

Cosulich ha raccontato quali potrebbero essere le conseguenze: “sta per essere nazionalizzata dal governo della nuova Repubblica di Donetsk. Sostanzialmente e in poche parole ce la rubano in spregio al diritto internazionale”. Poi ha aggiunto: “Abbiamo contattato il primo Ministro maltese che farà una protesta ufficiale a Mosca. Ma ci farebbe piacere che, essendo la proprietà italiana, anche il ministero degli Affari Esteri italiano faccia altrettanto”. Infine ha aggiunto di essere in contatto anche con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che “ci ha già assicurato tutto l’impegno della Farnesina per evitare questo danno significativo nei confronti del nostro paese e di uno dei principali gruppi armatoriali italiani”.

Inoltre, sono arrivate anche diverse denunce della Metinvest, secondo cui i soldati russi avrebbero messo gli occhi sui prodotti metallurgici rimasti fermi a Mariupol a causa dell’invasione. Un totale di circa 200mila tonnellate di metalli, per un valore di 170 milioni di dollari, destinate a Spagna, Italia, Belgio, Grecia, Portogallo e Turchia, che invece verranno mandate in Russia.