Messina Denaro, indagato il medico che lo aveva in cura

Il medico che aveva in cura Messina Denaro, il 70enne Alfonso Tumbarello di Campobello di Mazara, è indagato.

Messina Denaro, indagato il medico che lo aveva in cura

Il medico che aveva in cura Andrea Bonafede, al secolo Matteo Messina Denaro, è indagato nell’ambito dell’arresto del super latitante, avvenuto ieri nella clinica La Maddalena di Palermo.

Il medico che aveva in cura Messina Denaro, il 70enne Alfonso Tumbarello di Campobello di Mazara, è indagato

Alfonso Tumbarello, 70 anni, questo il nome del medico, è di Campobello di Mazara, lo stesso paese del trapanese dove è stato scoperto il covo di Messina Denaro, ed è stato per decenni medico di base in paese, sino a dicembre scorso, quando è andato in pensione.

Tumbarello, sino a qualche mese fa, è stato medico del vero Andrea Bonafede, 59 anni, residente a Campobello di Mazara e avrebbe prescritto le ricette mediche a nome dell’asistito. Ieri i carabinieri hanno perquisito le abitazioni di Campobello, di Tre Fontane e l’ex studio del medico che è stato anche interrogato.

De Lucia: “Ci sono indagini a diversi livelli. La prima cosa sarà identificare la rete che lo ha protetto”

“Ci sono indagini a diversi livelli” ha detto a SkyTg24 il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, rispondendo a una domanda sull’iscrizione del medico nel registro degli indagati. “Il primo è identificare la rete che lo ha protetto – ha aggiunto il magistrato -, consentendogli di curarsi con le false identità e in questo senso è inevitabile procedere indagando chi ha creato la prima documentazione sanitaria cioè il medico, poi gli accertamenti sono in corso e vedremo il livello di responsabilità”.

De Lucia ha aggiunto che le indagini in corso sono inoltre rivolte a “tutta le rete” che ha protetto Messina Denaro durante la sua trentennale latitanza, “dal punto di vista della logistica, è stato arrestato insieme a lui l’autista che lo ha accompagnato e sono in corso ulteriori accertamenti”.

“Poi – ha detto ancora il procuratore capo di Palermo – c’è una seconda fase che stiamo sviluppando sulla documentazione che abbiamo acquisito e che ci porta estendere questa rete e a capire meglio quali sono i contatti perché, essendo un soggetto di un tenore di vita significativo, le sue entrate da qualche parte devono venire e ci resta difficile pensare che siano di natura lecita. Stiamo cercando di ricostruire la rete dei suoi affari immediati nel breve periodo ma nel lungo periodo l’obiettivo è ricostruire tutto il suo percorso di latitanza”.

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