Minacce, aggressioni e auto incendiate. La vita in trincea degli amministratori locali: un’intimidazione al giorno

Non solo è meno remunerativo ma è anche più rischioso amministare i piccoli territori. Lo dicono i dati relativi alle intimidazioni subite dagli amministratori locali: nel 2014 sono stati 361 gli atti contro amministratori locali e funzionari pubblici in Italia. Un aumento del 3% rispetto all’anno precedente. Dalle auto incendiate a lettere con minacce o proiettili, o anche spari alle abitazioni, ordigni esplosivi, oltre a tutta una serie di aggressioni verbali e fisiche. I dati del rapporto presentato oggi dall’associazione di enti locali e regionali per la formazione civile contro le mafie, “Avviso Pubblico”, parlano di una media di 30 intimidazioni al mese.

Un fenomeno che ha interessato lo scorso anno 18 regioni, 69 province e 227 comuni. Il 64% dei casi è stato riscontrato nel Sud d’Italia (isole comprese), il Nord Italia con il 14% dei casi e il 12% nel Centro Italia. E’ la Sicilia la regione più colpita con 70 casi registrati (20%. A seguire, a parimerito, Calabria e Campania (14%), Lazio (8%), Lombardia (4%), Veneto e la Liguria (3%). La provincia dove gli amministratori sono maggiormente minacciati è quella di Napoli (29 casi), seguita da quella di Palermo (28 casi), Cosenza e Roma (19 casi). Il rapporto evidenzia come siano i sindaci delle città medio-piccole quelli più minacciati.  Allo stesso tempo ci sono anche i sindaci di città grandi ad aver subito minacce: Catania (Enzo Bianco), Livorno (Alessandro Cosimini), Lucca (Alessandro Tambellini), Monza (Roberto Scanagatti), Palermo (Leoluca Orlando).