No alla trascrizione delle nozze gay, è bufera sul giudice del Consiglio di Stato. L’accusa: “è una toga cattolica”. Lui replica: “ho solo applicato la legge”

Un polverone clamoroso quello che si sta sollevando in seguito alla decisione del Consiglio di Stato sulla trascrizione delle nozze gay all’estero. I giudici amministrativi di secondo grado, ribaltando la decisione del Tar, hanno annullato il registro del comune di Roma. La bufera si è scatenata perché il giudice che ha emesso la sentenza sul suo profilo Facebook si dice “giudice, cattolico”. Carlo Deodato però spiega: “Ho solo applicato la legge”.

Sul campo politico esprime soddisfazione il ministro Angelino Alfano: “L’anno scorso la mia circolare sul divieto di trascrizione nozze gay contratte all’estero: polemiche, aggressioni talvolta violente e una pioggia di ricorsi. Adesso il Consiglio di Stato mi dà ragione su tutta la linea: i matrimoni tra persone dello stesso sesso non sono previsti dalla legge italiana, pertanto le trascrizioni fatte dai indaci sono illegittime e la vigilanza è di competenza dei Prefetti. Molto bene”.