Oltre 28mila contagi da Coronavirus. Il trend è stazionario ma i guariti in 24 ore sono aumentati del 37%. Borrelli: “I dati fanno ben sperare. Contenere al massimo gli spostamenti”

Non è il picco tanto atteso e non c’è neanche un sensibile rallentamento nella diffusione del Coronavirus in Italia. Ma c’è un dato nuovo, che fa ben sperare, ed è quello dell’aumento dei guariti (il 37% in più tra ieri e oggi). Il trend nazionale è stazionario, con 28.710 malati, 2.648 in più rispetto a martedì. Sono, invece, 4.025 le persone fuori pericolo, cioè negative dopo aver contratto il virus Covid-19. “I guariti – ha sottolineato questa sera, nel corso del consueto incontro con la stampa, il capo del Dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli – sono 1.084 in più, un numero veramente importante, più 37% rispetto a ieri”.

Numeri, ha detto ancora il capo del Dipartimento di via Ulpiano, che “ci fanno pensare positivo, ma vanno adottati comportamenti corretti”. Il concetto, ribadito anche dal presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, è sempre lo stesso: per fermare l’epidemia è necessario “contenere al massimo gli spostamenti”. Delle oltre 28mila persone contagiate, circa la metà, 14.363, sono ricoverate con sintomi, 12.090 si trovano in isolamento domiciliare e 2.257, le più gravi, sono in terapia intensiva. Per quanto riguarda i decessi, tra martedì e mercoledì è stato registrato il numero più alto dall’inizio dell’emergenza: sono 475, 65 dei quali solo in Emilia-Romagna, per un totale di 2.978 vittime. L’Iss, proprio su questo punto, analizzando per ora i primi 355 decessi, ha detto che solo 3 di questi non avevano altre patologie.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 12.266 in Lombardia, 3.915 in Emilia-Romagna, 2.953 in Veneto, 2.187 in Piemonte, 1.476 nelle Marche, 1.291 in Toscana, 744 in Liguria, 650 nel Lazio, 423 in Campania*, 416 in Friuli Venezia Giulia, 436 nella Provincia autonoma di Trento, 366 nella Provincia autonoma di Bolzano, 362 in Puglia, 267 in Sicilia, 249 in Abruzzo, 241 in Umbria, 162 in Valle d’Aosta, 132 in Sardegna, 126 in Calabria, 21 in Molise e 27 in Basilicata.

“Siamo in una fase in cui misuriamo l’effetto delle misure adottate in tutto il Paese, non possiamo ancora vedere i benefici, ci vorrà ancora qualche giorno. Per questo non dobbiamo mollare” l’appello lanciato dal presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. “Dobbiamo mantenere le misure – ha aggiunto – se vogliamo vedere davvero degli effetti e proteggere le nostre persone più anziane. L’andamento delle curve epidemiche mostra casi confermati in crescita a livello nazionale. Alcune regioni del nord ancora sono maggiormente coinvolte nella circolazione locale, per numero positivi e ricoverati specie in terapia intensiva”.

Nelle altre aree, ha spiegato ancora Brusaferro “c’è una crescita, ma non così veloce” e questo “non deve illuderci che non ci siano numeri così elevati come in Lombardia e le altre regioni del Nord: solo se ci comportiamo come stabilito possiamo rallentare la curva”. Per il numero uno dell’Iss le persone positive asintomatiche o quelle con pochi sintomi devono rispettare le regole di isolamento, perché questo è un “aspetto determinante” poiché sono queste le persone “che se non rispettano regole possono più facilmente trasmettere il virus”. La mortalità colpisce le persone affette da patologie e le persone anziane, ma, ha aggiunto il numero uno dell’Iss, “il combinato delle due situazioni è lo scenario più presente” e da qui nasce la raccomandazione “di fare in modo che queste persone abbiano la più alta protezione possibile”.

Prosegue, a ritmo serrato, il potenziamento delle strutture sanitarie. Dalla Cina sono arrivati medici, infermieri e attrezzature. E’ arrivato dagli Usa, a Verona, un volo speciale della Samaritan’s Purse con personale sanitario e logistico e 20 tonnellate di attrezzature, compreso un ospedale da campo (60 posti letto e 8 in terapia intensiva) in allestimento a Cremona. Altri ospedali da campo sono in costruzione a Bergamo, Piacenza e Crema.