Papà Boschi ora rischia. E balla anche il governo. Dall’Etruria a Palazzo Chigi paura e delirio sulle banche

di Alessia Vincenti

Banca Etruria è insolvente. E da Arezzo, epicentro del terremoto, la scossa potrebbe farsi sentire sino a Palazzo Chigi. La notizia, a un primo sguardo, non sembra rappresentare una grande novità. Era un passaggio dato come probabile. Ma la conseguenza può essere pesante: il Tribunale, dichiarando lo stato di insolvenza, ha trasmesso gli atti al procuratore capo, Roberto Rossi. Che sulla base della documentazione può decidere di aprire un fascicolo di indagine per bancarotta fraudolenta. L’inchiesta coinvolgerebbe tutto l’ex Consiglio di amministrazione della Banca d’Etruria: l’ex presidente Lorenzi Rosi e l’ex vice Alfredo Berni. Ma soprattutto l’ex numero due più noto: Pier Luigi Boschi, padre della ministra delle Riforme Maria Elena. L’inizio di un’indagine non è una condanna, anzi. Perché si è innocenti fino all’ultimo grado di giudizio. Ma sembra di assistere a un film già visto e rivisto per la politica italiana: la magistratura diventa arbitro di una legislatura. A Palazzo Chigi scrutano l’orizzonte e vedono nuvoloni. Se davvero Pier Luigi Boschi finisse nel registro degli indagati – e a oggi l’eventualità non è così remota – le opposizioni sarebbero pronte a rilanciare l’offensiva.

ATTACCO 5 STELLE – Il Movimento 5 Stelle sta dando già battaglia su tutti i fronti: sui mezzi di informazione, ma anche in Parlamento attraverso una serie di interrogazioni che cercano di mettere in affanno l’esecutivo. Insomma, il (prevedibile) respingimento della mozione di sfiducia a Maria Elena Boschi non ha certo calmato gli animi delle opposizioni. Che sul tema fiutano la possibilità di far vacillare addirittura Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio ci ha messo la faccia, andando a Palazzo Madama per difendere Boschi e di conseguenza il suo esecutivo. Nell’intervento in Aula aveva derubricato la vicenda a un problema di serie B. “Non avete scelto di porre la mozione sugli atti più importanti, come la legge elettorale, il mercato del lavoro, sulla questione delle tasse, magari evidenziando alcune incoerenze tra quello che abbiamo fatto in passato e quello che abbiamo fatto ora, oppure sugli insegnanti o tanto altro”, ha scandito. E ha concluso: “Si è scelto di non parlare di questo perché si prende atto che su questi provvedimenti l’Italia ha visto finalmente l’azione di un Parlamento capace di far uscire il Paese dalla recessione”. Ma la possibilità di papà Boschi sotto indagine cambierebbe lo scenario.

ELEZIONI – C’è un’altra questione sul tavolo. La scadenza per le elezioni Amministrative si avvicina: un Renzi indebolito potrebbe avere effetti sui risultati. A Palazzo Chigi sono consapevoli che il voto è un fattore condizionante, nonostante qualsiasi tentativo di metterlo nell’angolino, parlandone come una tornata puramente a carattere locale. Basti pensare che, già per le primarie, la minoranza del Partito democratico punta a indebolire la leadership del presidente del Consiglio, chiedendo una rivoluzione nella segreteria del partito. Con uno scopo: riprendersi le leve del comando. Ecco perché la questione-Etruria preoccupa. A meno che con un coup de théâtre, Maria Elena Boschi non esca di scena assumendosi la paternità di un ‘bel gesto’. Ma anche in questo caso la vita del governo non sarebbe la stessa.