I pastori sardi a processo per il latte. Vi ricordate quando Salvini prometteva un euro al litro?

Qualche tempo fa i pastori sardi sfilavano dal ministro Salvini. "Non mi alzo dal tavolo se il prezzo del latte non arriva a 1 euro"

I pastori sardi a processo per il latte. Vi ricordate quando Salvini prometteva un euro al litro?

Vi ricordate? Poco più di due anni fa i pastori sardi sfilavano al Viminale dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Non mi alzo dal tavolo se il prezzo del latte non arriva a 1 euro”, diceva l’allora leader della Lega.

I pastori sardi a processo per il latte. Vi ricordate quando Salvini prometteva un euro al litro?

Oggi il latte dei pastori sardi non è mai stato pagato un euro al litro. In compenso, sono due i processi che si svolgeranno questa mattina, dalle 10 al Tribunale di Sassari, a carico di otto pastori che nel febbraio 2019 avevano manifestato in piazza durante le proteste per richiedere un equo prezzo del latte ovino conferito per essere trasformato in formaggio, la maggior parte Pecorino Romano. Sono accusati di reati quali rapina, blocco stradale e danneggiamento. A causa delle restrizioni per il Covid non ci saranno presidi davanti al palazzo di giustizia di Sassari ma i delegati degli allevatori esprimono la propria solidarietà a distanza.

“Diventa sempre più pesante l’accanimento giudiziario contro i pastori che hanno manifestato nel febbraio 2019. In questi giorni si stanno svolgendo i processi, sempre più ravvicinati, in vari tribunali della Sardegna, con accuse di gravi reati per numerosi allevatori”, dicono i ‘Pastori senza bandiere’. “Dopo due anni da quei fatti”  pretendono che “finalmente, si riconosca la legittimità di quella rivendicazione. Anche nei momenti di maggiore tensione, l’abbiamo condotta senza cadere in atti violenti contro le persone. È necessario si riconosca il motivo che ha caratterizzato la protesta, una battaglia rivolta a garantire la giusta remunerazione del latte per gli allevatori ovini”. I ‘Pastori senza bandiere’ perciò “respingono con forza che si guardi la protesta dei lavoratori come un’attività criminosa da condannare e punire severamente. Le sacrosante ragioni di un’intera categoria aspettano ancora di essere adeguatamente tutelate e garantite. Attraverso strumenti di contrattazione – concludono – non represse con denunce e processi, che colpiscono ingiustamente i pastori e le loro famiglie”.

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