“Pessima gestione della crisi. Dal Governo solo misure spot”

Parla la vicepresidente del Movimento 5 stelle, Alessandra Todde: "I nostri incentivi ai cantieri volàno dell’economia".

È stato approvato il decreto Aiuti quater con 9,1 miliardi contro il caro-energia. Alessandra Todde, deputata e vicepresidente M5S, ritiene che siano sufficienti le risorse stanziate?
“Questo governo aveva promesso discontinuità rispetto al governo Draghi e invece le misure sono in assoluta continuità. Sono interventi spot, pensati non per affrontare l’emergenza nella sua integrità ma solo per mettere toppe alla grave crisi che sta colpendo imprese, famiglie e cittadini. Non sono sufficienti queste risorse, lo abbiamo detto e ribadito più volte”.

Il decreto contiene una sforbiciata al Superbonus, con la scusa che la misura sia andata a beneficio dei ceti medio-alti e che abbia creato un buco nei conti.
“Sul Superbonus si è detto e si sta dicendo di tutto, purtroppo quasi sempre senza sapere di cosa si sta parlando. Il ritorno economico della misura è stato ampiamente certificato dallo studio indipendente di Nomisma. Il 110% genera un valore economico di 124,8 miliardi di euro sull’economia nazionale, a fronte dei 38,7 investiti. Di questi, 56,1 miliardi di effetto diretto, 25,3 di effetto indiretto e 43,4 per l’indotto. Pensiamo anche alle centinaia di migliaia di posti di lavoro generati e all’extra gettito generato a beneficio delle casse dello Stato. I dati forniti dall’Agenzia delle Entrate hanno poi confermato la bontà del sistema di controlli: le frodi sono pochissime rispetto ad altri bonus che non hanno mai subito le stesse campagne demagogiche. Dire poi che il Superbonus ha generato un buco nelle casse dello Stato non ha senso perché ha risposto ad una domanda di lavoro ad alto moltiplicatore che ci ha permesso di agganciare una solida ripresa economica di cui tutti si sono vantati, omettendo sempre chi l’ha realizzata: il Movimento 5 Stelle”.

Il decreto innalza il tetto all’uso del contante che il governo Conte puntava a riportare a mille euro. È come ha detto il presidente dell’Anticorruzione un regalo a spacciatori ed evasori?
“Girare con valigette piene di contante non risponde alle necessità dei cittadini, ma incontra di più le esigenze di corrotti ed evasori. Mi sembra solo un altro pezzo della controriforma cominciata dal governo Draghi con la cancellazione del cash-back. Secondo gli studi di Bankitalia favorisce l’evasione. Questo non significa che dobbiamo svantaggiare chi usa il contante, ma dobbiamo alimentare l’uso della moneta elettronica, incentivando l’economia in chiaro e disincentivando quella in nero. E tutto questo in un Paese come il nostro che anche quest’anno registrerà 100 miliardi di evasione fiscale”.

Più trivelle col nuovo decreto. Sono questi gli impegni che il governo intende prendere sul fronte della lotta al cambiamento climatico?
“Guardi, durante Cop27 in Egitto l’ex vicepresidente Usa Al Gore ha citato la secca del Po per ricordare gli effetti del cambiamento climatico. Il governo Meloni risponde prontamente con l’aumento delle trivelle nel mar Adriatico. Noi sull’ambiente non vogliamo tornare indietro. Come possiamo restare in silenzio davanti a danni ambientali irreparabili? Aumentare le trivellazioni per fare cosa? Sperare di estrarre una quantità di gas che coprirebbe appena il 2% del nostro fabbisogno annuo? Una decisione che non risolve i problemi di famiglie e imprese alle prese con il carobollette. Si acceleri subito sulle rinnovabili, si rafforzino le comunità energetiche, si punti sull’auto produzione: conviene all’economia e all’ambiente”.

Il ministro Adolfo Urso ha parlato di transizione ecologica compatibile con le esigenze delle imprese. Che intendeva secondo lei? Che se le aziende non sono pronte si sacrifica la stessa transizione green?
“Cosa intenda Urso non lo so. Mi auguro, però, non si pensi che la transizione ecologica possa essere messa da parte o che sia un aspetto secondario per il nostro paese. Chi continua a ripetere che l’Italia deve avere una visione industriale in cui l’ambiente non ha la priorità, sta facendo male i conti con la storia. La transizione ecologica non è rimandabile. Ad esempio, se investissimo sulle rinnovabili avremmo un risparmio sostanziale. Se avessimo raggiunto il target di rinnovabili per la produzione di energia elettrica entro il 2030, oggi avremmo una bolletta complessiva di 45 miliardi – nel 2021 è stata di 75 miliardi – quindi l’impatto dell’aumento del prezzo del gas sarebbe stato inferiore del 40%”.

Reddito di cittadinanza. Il governo punta a una sua revisione per ricavare un miliardo da destinare a pensioni o contro il caro-energia.
“Il reddito di cittadinanza durante la pandemia ha salvato un milione di persone dalla povertà. Chi pensa di toglierlo o non ha idea dei problemi del Paese o guarda con disprezzo a chi non ce la fa. Come si può pensare di levare, anche solo ad una parte dei precettori, uno strumento così importante? La somma media erogata sono 520 euro al mese. Se si pensa che questa cifra possa competere con gli imprenditori forse il problema risiede altrove”.

Togliere il sussidio agli occupabili (660mila appena su oltre 3milioni di percettori) le pare ragionevole?
“Con l’ultima manovra, grazie alle nostre modifiche, le agenzie per il lavoro private sono entrate in campo come enti equiparati ai Centri per l’Impiego. Ma la riforma dei Centri per l’impiego, lanciata durante il governo Conte I, e per cui è stato stanziato 1 miliardo di euro, va completata. Le Regioni, titolari della gestione delle politiche attive e per la maggior parte guidate da giunte di centrodestra, stanno andando a rilento e in 3 anni hanno assunto circa il 30% dei nuovi operatori previsti dal piano di potenziamento. Un ritardo inaccettabile che rischia di compromettere anche i progetti del Pnrr. Altri dati importanti che spesso non vengono presi in considerazione. I 18/29enni che lo percepiscono sono l’1,47% del totale, circa 50mila giovani. Solo 2 percettori su 10 sono under 35. Il 46% dei percettori sono lavoratori poveri che prendono il sussidio a integrazione del loro stipendio sotto il limite della decenza. Secondo l’Anpal, tra i giovanissimi occupati e beneficiari, la quota di chi lavora con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato è pari al 50,6%. Anche in tal caso parliamo di soggetti che lo prendono a integrazione dello stipendio. Il RdC è una conquista sociale che difenderemo con tutta la forza che abbiamo. Saremo sempre dalla parte dei più deboli come dimostrato in tutti questi anni”.

 

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