I soliti pluripoltronati

di Stefano Sansonetti

In principio fu Antonio Mastrapasqua. L’ex presidente dell’Inps, dopo aver accumulato un’impressionante serie di incarichi in consigli di amministrazione e collegi sindacali, mischiando senza troppi complimenti scranni pubblici e privati, è diventato un’icona della bulimia di poltrone. E in un certo senso ne ha pagato le conseguenze. Ma chi dovesse aver pensato, anche solo per un attimo, che con la sua defenestrazione dall’ente previdenziale si sarebbe aperto un capitolo più virtuoso per i manager nostrani si è sbagliato di grosso. La musica continua a essere la stessa. E lo “schema Mastrapasqua”, se così si può dire, continua a imporsi come se niente fosse. L’ultimo caso è spuntato fuori con le scelte effettuate dalla Cassa Depositi e Prestiti per la composizione del nuovo consiglio di amministrazione di Terna. Su indicazione delle fondazioni, tanto per dirne una, è stato fatto il nome di Fabio Corsico. Direttore delle relazioni istituzionali del gruppo Caltagirone, Corsico vanta un’innegabile dimestichezza con le poltrone. Per l’immobiliarista siede nei cda di Cementir, Energia, Grandi Stazioni e Il Gazzettino. Adesso approderà nel consiglio della società che gestisce la rete di trasmissione dell’energia elettrica, a quanto pare senza troppi problemi rispetto agli enormi interessi che il gruppo Caltagirone ha proprio nell’energia, avendo in pancia il 16,3% dell’Acea. Ma Corsico, che è anche nel cda della Fondazione Crt (azionista di Unicredit), in quello di Base per Altezza (la società che edita il periodico Formiche) e in quello di Perseo (società finanziaria della medesima fondazione Crt), risulta pure senior advisor di Credit Suisse. Ebbene, si dà il caso che la banca svizzera assista da anni proprio Terna in diverse operazioni finanziarie e societarie (come già raccontato da La Notizia).

Il re dei revisori
Mastrapasqua aveva cominciato la sua parabola proprio accumulando poltrone nei collegi sindacali. Un altro suo collega commercialista, però, negli ultimi anni ha dimostrato di non essere da meno. Si chiama Enrico Laghi, classe 1969, che di professione fa il commercialista, il revisore dei conti e il professore di economia aziendale all’università La Sapienza di Roma. Ebbene, una ricognizione effettuate da La Notizia sulla base degli archivi delle camere di commercio dimostra che Laghi ha passato in 15 anni più di 80 incarichi di sindaco. Attualmente è presidente dei collegi sindacali di Acea, Acea Produzione, Prelios (gruppo immobiliare) e dell’HuffingtonPost Italia (la società che edita l’omonima testata on line). In più è sindaco di Pirelli e del gruppo bancario Unicredit. Nel suo passato più o meno recente, ci sono però 25 poltrone nei collegi sindacali di società nel frattempo cancellate. Per non parlare delle 50 poltrone, ormai non più occupate per scadenza di mandato, negli organi di controllo di società come Rainet, Rai Cinema, Rai Pubblicità, Rai World, Gruppo L’Espresso, Telecom Italia e Alitalia. Ma quanto guadagna Laghi per tutto questo bendidio? Una barca di soldi, se si considera che dall’ultimo bilancio disponibile di Acea viene fuori che il suo compenso complessivo per la sola presidenza del collegio sindacale della municipalizzata è di 247 mila euro. Per non parlare di tutti gli incarichi gestionali che il professionista riveste, anche in termini di commissario giudiziale.

Il caso Fuortes
C’è poi la situazione in cui si trova Carlo Fuortes, manager pubblico del settore della cultura. Nella capitale è stato da poco nominato sovrintendente del teatro dell’Opera. Mentre è da tempo sistemato sulle poltrone di ad della Fondazione musica per Roma, che gestisce l’auditorium di Renzo Piano, e di consigliere di amministrazione della Fondazione cinema per Roma, che si occupa della kermesse cinematografica. Senza contare che, fino a qualche mese fa, risultava anche commissario al Teatro Petruzzelli di Bari. Peccato, però, che contemporaneamente Fuortes sia presidente e azionista (al 34,62%) della Izi, società privata di consulenze e ricerche di mercato che ha come clienti diversi enti pubblici. Tra questi, per esempio, ci sono regione Lazio, provincia e comune di Roma, tutti quanti soci fondatori del Teatro dell’Opera, della Fondazione Musica per Roma e della Fondazione Cinema. Un intreccio come minimo a rischio di conflitto d’interessi, come svelato in più occasioni da La Notizia.

Twitter: @SSansonetti