La povertà in Italia cambia volto, ma resta un’emergenza strutturale. È quanto emerge dal nuovo Report statistico nazionale e dal Bilancio sociale della Caritas Italiana, presentati a Roma. Il profilo di chi si rivolge ai centri e ai servizi della rete Caritas racconta una realtà sempre più trasversale, fragile e difficile da intercettare.
L’età media di chi chiede aiuto si è abbassata a 47,8 anni, ma nel contempo aumenta anche la presenza degli anziani. Se nel 2015 gli over 65 rappresentavano il 7,7% del totale, oggi sono saliti al 14,3%, una percentuale che raggiunge il 24,3% tra gli italiani.
A essere particolarmente colpite sono le famiglie con figli, che costituiscono ben il 63,4% degli assistiti. Una fascia, questa, che resta tra le più esposte alle conseguenze economiche delle crisi e alla debolezza delle reti di protezione sociale.
Dati alla mano, sono oltre 5,6 milioni i poveri assoluti in Italia, con la Caritas che fa notare come secondo l’Istat “quasi un residente su dieci vive in uno stato di Povertà assoluta (il 9,7% della popolazione)”.
Povertà in Italia in aumento, la fotografia della Caritas: sempre più giovani e famiglie versano in condizioni di difficoltà
A spingere le persone verso la Caritas è ancora, in prima battuta, la povertà economica, ma a questa si affiancano condizioni di fragilità multiple: il 56,4% degli utenti vive almeno due forme di disagio, mentre il 30% affronta tre o più problematiche simultaneamente, tra cui problemi abitativi e sanitari.
“Il Report ci consegna le storie di persone che ogni giorno incrociamo nei nostri servizi”, ha dichiarato don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana. “Non si tratta solo di numeri, ma di donne e uomini che appartengono alle nostre comunità. I dati ci aiutano a capire, ma non bastano da soli: ci chiedono di andare oltre una lettura superficiale, oltre l’analisi sociologica”.
Un appello alla corresponsabilità
Secondo Caritas Italiana, quella attuale è una povertà che non riguarda più solo le fasce marginali della popolazione, ma attraversa ampie porzioni della società: giovani adulti, famiglie, lavoratori precari, anziani soli. Il sistema del welfare, secondo l’analisi della rete caritativa, fatica a tenere il passo con la complessità e la rapidità con cui cambiano i bisogni.
“Tra le pieghe di una realtà segnata da contraddizioni e fragilità – ha aggiunto don Pagniello – si fa spazio un appello alla comunità tutta, interpellata nella sua vocazione alla corresponsabilità. Scegliamo di stare sulle soglie, di prenderci cura, di promuovere percorsi che non si fermino all’emergenza, ma aprano strade di cambiamento possibile”.