Rai e Sky, manager agitati. Gubitosi in partenza. Tenta il trasloco alle Ferrovie. Nella tv satellitare non avere la Champions può scatenare la disdetta di molti abbonamenti

Luigi Gubitosi e Andrea Zappia. Due manager che in questi anni hanno pilotato colossi pubblici e privati come Rai e Sky. Due capi azienda che sembrano avviati all’inevitabile fine del mandato, anche se all’orizzonte il passaggio di consegne ancora non è stato calendarizzato.
Il dg di Viale Mazzini è in prorogatio (ha già le valigie pronte destinazione Ferrovie), così come il cda dell’azienda. Non appena si saprà qualcosa di più sul ddl Rai in Parlamento si provvederà a nominare la nuova governance.
Per il numero uno di Sky il discorso è un po’ diverso. Negli ultimi mesi è finito sotto accusa per come è stata portata avanti la trattativa sui diritti sportivi. Sì, è vero che l’emittente satellitare ha fatto terreno bruciato ai competitor sui motori, tuttavia la perdita della Champions League e delle immagini d’archivio delle squadre rappresentano uno smacco clamoroso. Al punto che l’azienda di Murdoch sta cercando di acquistare Premium (ha offerto invano più di un miliardo e potrebbe alzare ancora di più la posta per convincere Pier Silvio Berlusconi a vendere l’asset di Mediaset).
Comunque un manager come Zappia ha le spalle grosse in azienda e quindi potrebbe assorbire senza scossoni l’onda anomala. Del resto è stimato e apprezzato dai vertici australiani e un suo spostamento non sembra all’ordine del giorno, soprattutto in questa fase di integrazione europea che l’azienda sta vivendo.
Chi rischia grosso invece è Matteo Mammì, parente dell’ex ministro Oscar, oggi alla guida delle Sports Operations. Se ci sarà un’emorragia di abbonati Sky che approderanno a Premium qualcuno dovrà pagare il conto. E Mammì finirebbe come capro espiatorio. Le previsioni fanno riferimento a un calo delle tessere, quantificabile in 300 mila tessere in due anni.
Non certo una buona notizia per un’azienda che ha già avviato un contenimento delle spese per il personale.
Seppure Sky resti la regina dei ricavi tv in Italia nel 2014, con una quota del 34,1% (in crescita dell’1,4%. Mediaset a quota 27,8% e la Rai al 27,2%. Seguono Discovery (1,9%) e Gruppo Cairo (1,7).

RADIOFONIA SUGLI SCUDI
Il dg Gubitosi si è complimentato con i responsabili della radiofonia Rai: “Si tratta di una importante inversione di tendenza dopo anni in cui il settore radiofonico soffriva rispetto alla concorrenza”. Oltre a Radio 1 (incremento del 6% rispetto allo scorso anno con oltre 4,2milioni di ascoltatori nel giorno medio), crescono Radio2 che supera i 3 milioni di ascoltatori con un +4,3% su base annua e +9,1% rispetto al 2° semestre 2014. Dato eclatante per Radio3 con oltre 1,3 milioni di ascoltatori nel giorno medio e rispetto al secondo semestre del 2014 segna un 9,9% in più. Pure Isoradio, rilevata in questi sei mesi per la prima volta, ha fatto registrare un dato più che soddisfacente con 766mila ascoltatori.

DANTE CHE HORROR
Il film The Conjuring, per il ciclo Notte Horror e in prima tv su Italia 1, è stato visto da 472.000 telespettatori, share dell’8,17%. Ha fatto meglio di Roberto Benigni che su Raiuno con Tutto Dante ha ottenuto una media del 6,04%.